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14/06/2017

Decreto Madia omicida, una testimonianza

La notizia è stata talmente scioccante che in molti non ci volevano credere. Il Decreto Madia, tra le altre piccole e grandi infamie contro i lavoratori pubblici, contiene una perla degna di Eichmann: impone la fissazione di un “tetto” ai giorni di malattia anche nel caso di dipendenti statali in chemioterapia o in dialisi, o in qualsiasi altra situazione patologica che richieda cicli di cure più o meno lunghi, ma assolutamente non programmabili. Dipendono infatti da patologia a patologia, oltre che ovviamente dalle reazioni individuali alle cure.

Sottolineiamo che questo “tetto” riguarda cicli terapici ultra-documentati, com’è più che ovvio in casi così gravi.

Non ha insomma nulla a che fare con lo smascheramento dei cosiddetti “furbetti del cartellino” o gli aficionados del “datte malato”.

Pubblichiamo qui una testimonianza giuntaci da un nostro lettore, che crediamo chiarisca oltre ogni ragionevole dubbio l’intenzione criminale del decreto governativo a firma Madia.

“Sono un malato di cancro e, sfortunatamente, sono un insegnante. Dal 5 settembre 2016, giorno della diagnosi, sono in malattia. Dal giorno della diagnosi la mia vita è stata travolta da 2 importanti interventi chirurgici che mi hanno provocato un’invalidità civile del 100% e una disabilità ai sensi della L 104 art. 3 comma 3 (certificazione di gravità).

Nei mesi di “congedo” dal lavoro sono stato ogni giorno impegnato in chemioterapia o in accertamenti clinici. Ho eroso gran parte dei miei risparmi per sostenere cure e visite mediche alla ricerca di soluzioni per salvarmi a vita. 5 cicli di chemioterapia (quindicinali) durante i quali sono stato in condizioni di assoluta dipendenza da mia moglie. Altri 4 cicli mi attendono nei prossimi mesi estivi.

L’inferno nel quale sono piombato mi sembrava un girone dantesco. Le durissime cure cui mi sottopongo mi sembrano un girone dantesco.

Ora, anziché guardare al futuro con ottimismo, pensando ad un possibile rientro a lavoro, che potrebbe profilarsi per il nuovo anno scolastico, leggo che grazie alla competentissima Madia il mio futuro potrebbe essere quello di un malato di cancro ultracinquantenne e senza lavoro mi fa sembrare il cancro meno crudele.

Il Signore ci salvi da simili persone. Essere inadeguati a svolgere un lavoro è grave, ma essere inadeguati a svolgere con competenza un lavoro il cui esito ricade sulla pelle di altre persone è inaccettabile in un Paese civile.”
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