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20/06/2017

Helmut Kohl: “Per portare la Germania nell’euro ho agito da dittatore”

In occasione della morte di Helmut Kohl, riportiamo dal Telegraph una delle sue ultime interviste, in cui il padre della riunificazione tedesca e, assieme a Mitterand, dell’unione monetaria europea, non fa mistero della visione paternalistica e del metodo autoritario con cui ha introdotto l’euro in Germania, consapevole che il popolo tedesco lo avrebbe respinto a grande maggioranza se sottoposto a referendum. In questo, Kohl, come molti altri statisti europei, ha seguito la strategia dei “piccoli passi” del fondatore del progetto europeo, l’elitista Jean Monnet, secondo il quale “le nazioni europee dovrebbero essere guidate verso un superstato senza che le loro popolazioni si accorgano di quanto sta accadendo”, evitando di chiedere il loro consenso (e di perdere, come ogni qualvolta è stato fatto, vedi i referendum in Francia, Olanda e Irlanda).

di Jeevan Vasagar, 9 aprile 2013

In un’intervista condotta per una tesi di dottorato in giornalismo, Helmut Kohl, il cancelliere tedesco che è stato più a lungo in carica nel secondo dopoguerra, ha dichiarato che in qualsiasi votazione popolare sull’euro avrebbe perso a schiacciante maggioranza:

“Sapevo che non avrei mai potuto vincere un referendum in Germania. In un referendum sull’introduzione dell’euro saremmo usciti sconfitti. È abbastanza chiaro. Avrei perso, e per sette a tre”.

L’intervista è stata condotta da Jens Peter Paul, giornalista tedesco, nel 2002, l’anno in cui il marco tedesco è stato sostituito dalle banconote e dalle monete in euro, ma è stata pubblicata solo ora.

Nell’intervista, Kohl descrive l’adozione dell’euro come emblema del progetto europeo, che a suo dire ha impedito la guerra nel continente. Nato nel 1930, la politica di Kohl è stata modellata dalla storia del suo paese negli anni ’30 e ’40; i suoi ultimi anni al potere si sono concentrati sulla promozione dell’unità europea.

Nell’intervista, ha detto:

“Se un cancelliere cerca di far passare qualcosa, deve essere un uomo di potere, e se è intelligente, sa quando il momento è maturo. In un caso – l’euro – ho agito come un dittatore... L’euro è sinonimo di Europa. L’Europa, per la prima volta, non è più in guerra”.

L’onorevole Kohl ha giustificato il suo aver sopraffatto la resistenza dell’opinione pubblica tedesca a rinunciare al marco dicendo che la politica democratica deve basarsi sulle convinzioni, piuttosto che sulle alterne vicende delle elezioni:

“La vita politica è fatta così: le elezioni vanno e vengono. La democrazia rappresentativa può avere successo solo se ci si ferma e si dice: ‘Basta. Dedicherò la mia vita, la mia intera esistenza, a un progetto politico’, come ho fatto io. Allora automaticamente nel tuo partito ci sarà un sacco di gente che dice: ‘Se questo progetto fallisce, fallisco anch’io’.”

Kohl, che ha vinto quattro elezioni politiche di seguito, ha svelato che a metà del suo ultimo mandato aveva l’intenzione di passare il testimone al suo successore, ma poi ha cambiato idea a causa delle incertezze sull’introduzione dell’euro.

Nell’intervista, Kohl ha inoltre dichiarato di ritenere che Wolfgang Schaeuble –  l’attuale ministro delle finanze della Germania che all’epoca era  considerato il suo successore – non avesse l’autorità politica per gestire il cambiamento.

“Schaeuble è un uomo molto dotato, non ci sono dubbi, ma non era materia per un nuovo arrivato: doveva essere qualcuno dotato di una autorità indiscussa”.

L’ex leader tedesco, che ha guidato il paese per 16 anni, è ora costretto in una sedia a rotelle dopo aver subito un ictus in combinazione con una caduta.

Nell’intervista, Kohl ha affermato che gran parte della resistenza alla moneta unica in Germania riguardava l’idea di unione monetaria senza un’unione economica e fiscale. La mancanza di un’unione fiscale a sostegno della moneta unica sta al centro dell’attuale crisi del debito dell'UE.

Nelle ultime settimane, si è formato in Germania un nuovo partito euroscettico diretto a sfidare l’ortodossia politica secondo la quale l’economia più grande dell’Europa deve rimanere nell’Eurozona. Alternativa per la Germania spera di ottenere il sostegno di un quarto degli elettori tedeschi, che nei sondaggi dicono che considererebbero di votare per un partito anti-euro. Il fondatore del partito Bernd Lucke, un economista, sostiene la dissoluzione progressiva dell’euro – con l’abbandono immediato dei paesi dell’Europa meridionale.

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