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09/09/2017

Diritto alla casa: la Costituzione lo prevede, la “legalità” lo nega

Giovedì 15 settembre le case occupate di via Tiburtina 1064 a Roma, ospiteranno una assemblea-convegno sul tema : “Diritto alla casa, un diritto costituzionale disatteso”. Una iniziativa significativa anche perché l’occupazione di via Tiburtina, consolidata dal 2013, è stata ripetutamente indicata dai giornali come una delle prossime minacciate di sgombero. Al Convegno partecipano: Paolo Maddalena presidente emerito della Corte Costituzionale; Ferdinando Imposimato presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione; l’Avv. Vincenzo Perticaro che sta seguendo le cause sui PdZ a Roma; l’On. Roberta Lombardi del M5S; l’On. Stefano Fassina di S.I.; Cristian Raimo, giornalista; Antonello Sotgia, urbanista; Abou Soumahoro Esecutivo nazionale USB; Franco Russo Piattaforma Eurostop. L’iniziativa è stata organizzata dall’Asia e dalla neonata Federazione del Sociale dell’Usb. Sono stati invitati giornalisti, architetti e urbanisti, i movimenti per la casa e le associazioni dei rifugiati.

A Roma ci sono migliaia di sfratti per morosità, decine di migliaia di famiglie in attesa di un alloggio popolare, un patrimonio di edilizia popolare ridotto al lumicino, le proprietà degli Enti previdenziali cartolarizzate e cedute a società finanziarie e i Piani di Zona rivelatisi una colossale truffa ai danni delle casse pubbliche e di migliaia di cittadini compongono un quadro nel quale il diritto alla casa non è contemplato.

I prezzi degli alloggi saliti alle stelle ed il superamento di ogni forma di calmieramento del mercato hanno tagliato fuori negli ultimi decenni intere fasce di popolazione che non possono permettersi un alloggio dignitoso. Eppure l’abitazione costituisce un bene fondamentale riconosciuto da leggi ed accordi internazionali regolarmente sottoscritti dal nostro paese ed è una condizione indispensabile per poter condurre una vita dignitosa. Senza casa non si vive e l’assenza di un alloggio condiziona anche la possibilità di vedersi riconosciuti altri diritti.

Di contro il nostro patrimonio immobiliare è diventato oggetto non solo della speculazione edilizia, che in Italia ha una storia molto lunga, ma anche di nuovi appetiti finanziari di apparizione più recente che guardano alla valorizzazione dei suoli, delle volumetrie e di interi quartieri come grande occasione di investimento economico. Le leggi hanno via via favorito la trasformazione anche urbanistica delle città in funzione di questi interessi voraci, senza alcun tipo di tutela per una massa crescente di persone in difficoltà. Il resto lo ha fatto la crisi e la crescente precarietà economica che ha messo le famiglie in condizioni di non poter sostenere i costi di un alloggio.

E’ questa l’unica spiegazione corretta del fenomeno delle occupazioni, estrema ratio a cui ricorre chi non volendo vivere per strada decide di organizzarsi per ricavare un tetto da edifici spesso nati per altre finalità, e riadattati ad abitazioni dopo essere rimasti inutilizzati per anni.

L’ondata repressiva che si sta abbattendo contro le famiglie in difficoltà e che in nome della necessità di riconsegnare gli stabili ai legittimi proprietari trascura l’insieme dei diritti che viene sistematicamente dimenticato nasconde il dato macroscopico di un paese dove il diritto costituzionale alla casa è stato cancellato.

L’obiettivo del Convegno è ripristinare il senso della realtà quando parliamo di “questione casa”. L’assenza di una politica della casa, il mancato utilizzo dei fondi a disposizione (a cominciare dai fondi ex-Gescal), le città lasciate in mano alla proprietà finanziaria, la messa in vendita di ciò che resta dell’edilizia popolare rendono la situazione drammatica. Quando si parla di legalità occorre partire da questa consolidata illegalità del sistema per provare ad affrontare la questione partendo dalle cause.

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