Gianfranco Amendola - tratto da http://www.ilfattoquotidiano.it
E’ veramente singolare quanto sta
avvenendo a proposito del Ddl sugli ecoreati, che dopo 20 anni sembrava
giunto al vaglio finale della Camera per introdurre i delitti contro l’ambiente nel codice penale.
Infatti, l’ultimo voto del Senato aveva licenziato il DDL con una larga maggioranza parlamentare ed il sostegno di molte
associazioni ambientaliste, le quali chiedevano che il DDL venisse al
più presto approvato definitivamente dalla Camera “senza modificare
neanche una virgola”. Appello cui aderivano numerosi deputati e senatori del Pd, di Sel e del Movimento 5 stelle.
Tuttavia, subito dopo, da un lato i
Verdi chiedevano la modifica della disposizione che punisce “chiunque
abusivamente cagiona un disastro ambientale” nel senso della
eliminazione dell’avverbio “abusivamente” (per non legittimare
l’opinione che possa esistere un disastro ambientale autorizzato e
lecito); e dall’altro il Ministro dell’Ambiente ed il Presidente del
Consiglio chiedevano, su pressione dei petrolieri, che venisse eliminato dal Ddl il divieto di airgun (uso di esplosivi per prospezioni petrolifere) introdotto al Senato.
Il seguito è veramente singolare.
Perché, a quel punto, in nome del “neanche una virgola”, la proposta dei
Verdi sul disastro ambientale “abusivo” non veniva presa neppure in
considerazione, mentre quella di sopprimere il divieto di air gun veniva approvata dalla Camera,
con l’opposizione di Sel e Movimento 5 stelle ed il silenzio assordante
dei tanti parlamentari Pd che avevano giurato “neanche una virgola”.
E così, visto che è stata modificata ben più di una virgola, adesso il Ddl è tornato al Senato che,
con ogni probabilità, lo approverà anche se mutilato della disposizione
più significativa a difesa dei nostri mari, proposta ed approvata
proprio dal Senato appena due mesi fa.
Insomma, “neanche una virgola” valeva solo per gli emendamenti migliorativi. Per i diktat di petrolieri e governo si può sempre fare un’eccezione anche se bisogna rimangiarsi quello che si è approvato appena due mesi prima.
Avremo presto, così, con ogni probabilità, i sospirati delitti contro l’ambiente anche se senza divieto di airgun e con il disastro ambientale abusivo.
Ma è meglio non farsi troppe illusioni.
Questi delitti, frutto di troppi compromessi maturati in 20 anni,
presentano numerose criticità e danno adito a diversi dubbi. Sarà
necessario, quindi, iniziare subito ad analizzarli per valorizzarne gli
aspetti immediatamente operativi e risolvere questi dubbi
interpretativi.
Anche perché, nel frattempo, sia per
effetto della nuova causa di non punibilità per tenuità del fatto sia a
causa di alcune disposizioni “depenalizzanti” contenute nel nuovo testo, molti reati, oggi esistenti, del testo unico ambientale non saranno più punibili.
Ed anche perché la nuova legge sui delitti ambientali dimostra grande benevolenza verso gli inquinatori. Si pensi che, in caso di ipotesi colposa di disastro ambientale
(praticamente, quella prevalente, visto che, per fortuna, salvo la
problematica sul dolo eventuale, è difficile si verifichi un disastro
ambientale doloso), la pena massima prevista non supera i 5 anni di
reclusione. Praticamente, meno di uno scippo o di un borseggio, la cui
pena massima arriva a 6 anni! E, come se non fosse sufficiente, la nuova
legge prevede un “ravvedimento operoso” talmente benevolo (la
diminuzione di pena dalla metà a due terzi, che comprende anche
l’associazione a delinquere) da costituire, oggettivamente, un incentivo a distruggere l’ambiente. Tanto, il responsabile è sempre in tempo a pentirsi e ad uscirne praticamente senza danni.
Con buona pace delle “sanzioni penali efficaci, proporzionate e dissuasive” richieste dalla Ue a tutela dell’ambiente.
11 maggio 2015
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