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01/10/2025

La lunga notte della Sumud Flotilla. Primi attacchi israeliani

In aggiornamento. Ore 8.30. Dopo una notte di provocazioni, disturbi, tetativi abbozzati di speronamento, la Flotilla continua ad avvicinarsi a Gaza. Tutto può succedere ancora.

Ore 5. Le prime imbarcazioni intercettate: “Alcune imbarcazioni non identificate si sono avvicinate a diverse navi della Flottiglia, alcune delle quali con le luci spente. I partecipanti hanno applicato i protocolli di sicurezza in preparazione di un’intercettazione. Le imbarcazioni hanno ora lasciato la Flottiglia”.

Come si può intuire dal video in diretta, in contemporanea su diverse imbarcazioni, alcune sono diventate “buie”, segno che le telecamere sono state spente o danneggiate. La tattica di attacco israeliano sembra quella di colpire la strumentazione per le comunicazioni prima di abbordare effettivamente alcune imbarcazioni alla volta, evitando le complicazioni di un maxi attacco in simultanea a 51 barche.

Una nave non identificata ha rischiato di speronare la Alma e la Aurora, poi si è allontanata dopo aver danneggiato da remoto i sistemi di comunicazione a bordo. “NON siamo stati intercettati, ma siamo stati circondati da una grande nave militare senza luci (probabilmente la stessa avvistata da Aurora pochi minuti fa). Poiché questa nave non ha seguito le procedure di intercettazione a cui siamo abituati, ha cercato di tagliarci la strada, rischiando di speronarci fisicamente. Abbiamo deciso di fermarci, rivalutare la situazione e attendere l’alba. A breve comunicheremo come procedere”.

Qui si può seguire l’andamento in diretta, grazie al collegamento con diverse imbarcazioni della Flotilla.

L’atteggiamento del governo italiano è diventato finalmente chiarissimo quando sulla Flotilla è arrivato l’alert dalla fregata Alpino. A 180 miglia da Gaza, ha comunicato alla flotta che alle 2 di notte, ora in cui la distanza di accorcerà a 150 miglia, la nave si sarebbe fermata “per non pregiudicare in alcun modo le garanzie di sicurezza delle persone imbarcate”.

Ed è forse il caso di ricordare che tra loro ci sono anche 4 parlamentari della Repubblica, oltre a cittadini di altri 43 pesi... 

Era questa la linea rossa concordata tra l’Italia e l’Idf. In pratica l’invio della fregata era solo un “gesto simbolico” della propaganda meloniana per coprire almeno in parte la complicità sostanziale, ferma e indifferente alla legalità internazionale (fermare e assaltare imbarcazioni civili con a bordo aiuti umanitari è un crimine di guerra; farlo in acque internazionali è un “atto di pirateria”). Una fregatura e basta.

Semplicemente inqualificabile l’ultimo messaggio della presidente del consiglio: “Flotilla si fermi. Ogni altra scelta rischia di trasformarsi in un pretesto per impedire la pace, alimentare il conflitto e colpire così soprattutto quella popolazione di Gaza alla quale si dice di voler portare sollievo. È il tempo della serietà e della responsabilità”.

Sarebbero i gesti umanitari, dunque, a “impedire la pace“, non l’azione criminale di un governo genocida e l’appoggio concreto di tutto l’Occidente euro-atlantico. Riassumendo: il genocidio è “pace”, e la Flotilla sarebbe un attentato alla “pace”. Giudicate voi…

Sacrosanta la risposta dalla Flotilla: “questa non è protezione. È sabotaggio. È un tentativo di demoralizzare e dividere una missione pacifica e umanitaria. Il blocco di Israele è illegale ed il silenzio del mondo intollerabile. Se il governo italiano vuole essere ricordato per il coraggio, deve navigare con noi”.

In particolare la portavoce, Maria Elena Delia, ha fatto notare: “Leggo che Giorgia Meloni sostiene che se il piano di ‘pace’ di Trump fallirà, sarà colpa della Global Sumud Flotilla. Saremmo onorati di poterci prendere questo merito, ma purtroppo non abbiamo questo potere. Quello, però, di ribadire che il diritto intermazionale non può essere applicato solo ad alcuni, questo potere ce l’abbiamo e lo rivendichiamo. Israele non ha alcun diritto sulle acque in cui stiamo navigando e se ci fermerà commetterà un reato. Questo è quello che avrebbe dovuto scrivere Giorgia Meloni, in un mondo normale, ma forse in quel mondo il nostro paese non sarebbe in mano a lei e al suo governo”.

150 miglia dalle coste di Gaza, oltretutto, è un punto oltre 10 volte più grande delle 12 miglia riconosciute dalle convenzioni internazionali, quindi in acque totalmente internazionali, dove ance il signor Mario Rossi dovrebbe poter regatare liberamente... 

Andarsene, però, ha anche un altro significato, da parte del governo Meloni. Significa infatti “non vogliamo neanche esser testimoni di quello che accadrà, ci accontenteremo della versione del genocida Netanyahu, a cui vi consegniamo”. Alla faccia del governo “sovranista”... Neanche un maggiordomo inglese del ‘700 sarebbe stato così servizievole.

Di lì in poi è cominciata anche la marcia di avvicinamento alle imbarcazioni da parte delle forze armate israeliane, precedute da uno sciame di droni che hanno fatto avanti e indietro a scopo intimidatorio sulla Flotilla. Come del resto spigato nel loro messaggio: “Siamo in stato di massima allerta. L’attività dei droni sulla flottiglia è in aumento. Diverse segnalazioni indicano diversi scenari che si potrebbero verificare nelle prossime ore. Siamo entrati nella zona ad alto rischio, l’area in cui le flottiglie precedenti sono state attaccate e/o intercettate. Rimanete vigili”.

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