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10/02/2014

Siria. Damasco: ok a secondo round Ginevra 2

Il governo siriano ha fatto sapere che parteciperà alla seconda tornata di negoziati per porre fine a tre anni di guerra civile, con il suo carico di oltre 120.000 morti e milioni di sfollati.

La ripresa dei colloqui a Ginevra è fissata per il 10 febbraio e ci sarà anche l’opposizione, quella rappresentata dalla Coalizione nazionale siriana. Ma il dialogo diretto tra la delegazione inviata dal presidente siriano Bashar al Assad e i suoi oppositori non ha sortito gli effetti sperati alla fine del primo round, chiuso il 31 gennaio:  la guerra non si è mai fermata, l’emergenza umanitaria persiste e le posizioni delle due parti paiono inconciliabili.

Assad ha puntato l’attenzione sul contrasto al terrorismo, su quella variegata galassia di gruppi armati di stampo jihadista, in cui militano diversi mercenari stranieri, che hanno preso piede in Siria e spesso si scontrano con le fazioni ribelli più laiche oltre che con le truppe governative. “Riportare la pace e la stabilità nella Repubblica araba di Siria richiede la fine del terrorismo e delle violenze”, ha detto il viceministro degli Esteri di Damasco, Faisal al Meqdad. L’opposizione, dal canto suo, preme affinché si formi un governo di transizione senza Assad, ipotesi rigettata dalla delegazione a Ginevra. Lunedì le parti siederanno di nuovo al tavolo delle trattative, sotto l’egida del mediatore internazionale dell’Onu e della Lega Araba, Lakhdar Brahimi.

Intanto, sul campo di battaglia si continua a combattere. Ad Aleppo i ribelli hanno preso il controllo della prigione, liberando centinaia di detenuti. Secondo l’Osservatorio siriano per i Diritti umani, l’assalto al carcere è stato messo a segno dalle Brigate Ahrar al-Sham e dai qaedisti del Fornte al Nusra. La Tv di Stato ha però diffuso la notizia che le forze governative “hanno sventato l’attacco dei terroristi”. Negli ultimi cinque giorni oltre 250 persone sono morte nella sola Aleppo – secondo dati forniti dall’opposizione – a causa dei barili esplosivi sganciati dagli elicotteri governativi su quartieri controllati dai ribelli.

È invece più chiara la situazione a Homs, dove ieri è stato raggiunto un accordo tra ribelli che la occupano e le forze del regime per dichiarare una tregua umanitaria che consentirà  a centinaia di civili di lasciare la città sotto assedio dal 2012. Gli aiuti umanitari possono finalmente essere distribuiti alla popolazione martoriata da oltre 600 giorni di assedio delle forze governative. Ma non potranno lasciare Homs gli uomini tra i 15 e i 55 anni, perché potrebbero essere combattenti. Un primo accordo per l’evacuazione di donne e bambini era stato annunciato il mese scorso da Brahimi durante i colloqui di Ginevra 2, ma si sta materializzando soltanto in queste ore.

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