"Austerità è ricchezza", "smantellamento
è crescita", "tagliare è gioire" potremmo dire. Ora al netto di questo
lessico orwelliano dell'economia (quello italiano è l'adattamento di
schemi retorici importati dal mondo angloamericano) si tratta di andare a
qualche dato che rivela piuttosto lo stato da economia di guerra in cui
versa l'economia italiana. Usare l'espressione economia di guerra è
un'iperbole? Per niente. Lo choc dell'economia italiana del 2009 è stato
superiore persino a quello del 1914. Quando, a causa della crisi
europea e della guerra mondiale, l'economia italiana andò in recessione
per due anni consecutivi: 1914 e 1915. Per trovare altri due anni
consecutivi di recessione dobbiamo andare agli anni '30, effetto della
depressione dopo la crisi del '29, e proprio ai nostri anni. Quando ci
sono ben due serie recessive 2008-2009 e 2012-2013 di cui la seconda
effetto chiaro delle politiche di "austerità e rigore" di cui Renzi vuol
essere un fattore di accelerazione.
Siccome stanno partendo le nuove
retoriche sui "tagli per il rilancio", "il rigore per la crescita" ecc, pubblichiamo i dati sullo stato reale dell'economia italiana.
Uno stato di guerra, come si può notare anche ad una lettura sommaria.
Con molti record storici. Record che non verranno, purtroppo, cancellati
dalla propaganda della "sfida" e del "coraggio" del nuovo governo. Il
coraggio e la sfida staranno tutti nell'incidere in questo quadro per
peggiorarlo. Basti ricordare che l'elevato tasso dell'euro, una barriera
in qualsiasi prospettiva di "ripresa" del capitale, non dipende da
alcun tavolo europeo ma dalla governance bancaria continentale. La quale
condiziona Draghi, figuriamoci quanto è intimorita dalle sfide di Renzi
(che, oltretutto, è fenomeno intrecciato a riposizionamento del mondo
bancario nazionale). I dati che pubblichiamo comprendono anche le
classifiche (come quelle sulla competitività), che esistono di fatto solo
per aggravare questo quadro. La lettura si commenta da sola.
Redazione - 19 marzo 2014
*****
Di seguito il quadro esatto di come
sta il paese. Una "pagina della memoria economica", che fa da
contraltare alla propaganda dei "poteri forti" tratta da wallstreetitalia.com
- Ammortizzatori:
80 miliardi erogati dall’Inps dall’inizio della crisi tra cassa
integrazione e indennità di disoccupazione; a giugno, richiesta Cig in
aumento + 1,7% rispetto a maggio e in calo -4,9% su giugno 2012 (fonte:
Inps);
- Benzina:
da gennaio a luglio 2013 i consumi di benzina sono calati -6,3%, per
cui il gettito fiscale (accise e imposte) e' sceso -2,9%. Considerando i
primi sette mesi del 2013, i consumi petroliferi sono complessivamente
scesi del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2012 (fonte: Unione
Petrolifera);
- Cassa integrazione:
nel complesso sono state autorizzate 704 milioni di ore nel periodo
gennaio-agosto 2013 (fonte Inps); ad agosto Cig +12,4%. Salgono
straordinaria e in deroga;
- Chiusura aziende:
per la crisi, tra il 2008 e il 2012 hanno chiuso circa 9mila imprese
storiche, con più di 50 anni di attività. Si tratta di 1 impresa storica
su 4 (fonte: Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e
Brianza);
- Competitività: Italia al 49° posto nel mondo, battuta anche da Lituania e Barbados (fonte: World Economic Forum);
- Consumi:
nel periodo 2012-13 contrazione record dei consumi di -7,8% (fonte:
Federconsumatori). Cio' equivale ad una caduta complessiva della spesa
delle famiglie (vedi sotto "Spesa famiglie") di circa 56 miliardi di
euro; il biennio 2012-2013 e' stato per i consumi "senza dubbio il peggiore, sono tornati indietro ai livelli del dopoguerra" (fonte: Codacons); crolla spesa per consumi: -7% dal 2008. Cali maggiori per abiti, mobili e alimentari;
- Credito alle imprese:
secondo la Bce nel luglio 2013 contrazione di -3,7%, superiore a quella
registrata a giugno (-3,2%) e maggio (-3,1%). Prestiti bancari fino a
12 mesi, quelli piu' adatti a finanziare il capitale circolante delle
imprese: -4,0%. In fumo 60 miliardi di prestiti solo nel 2012;- Debito
aggregato di Stato, famiglie, imprese e banche: 400% del Pil, circa
6.000 miliardi;
- Debito pubblico:
nuovo record a gennaio 2014, a quota 2.089,5 miliardi, interessi ai
massimi di 10 anni. Lo rende noto la Banca d'Italia nel supplemento al
bollettino statistico di finanza pubblica. A settembre il debito delle pubbliche amministrazioni era stato pari a 2.068 miliardi. Gli interessi pagati dal Tesoro sono stati 86,7 miliardi nel 2012. Secondo le previsioni il debito pubblico salirà al 130,8% del Pil nel primo trimestre 2014, rispetto al 123,8% del primo trimestre 2012;
- Deficit/Pil:
2,9% nel 2013. Peggioramento ciclo economico Imu, Iva, Tares, Cassa
integrazione in deroga lo portano ben oltre la soglia del 3%. Per la Bce
ci sono rischi crescenti su obiettivi deficit 2013, peggiora disavanzo, con sostegni a banche e rimborso debiti PA;
- Depositi:
nelle banche italiane in totale sono scesi nel luglio 2013 a 1.110
miliardi di euro contro i 1.116 miliardi di giugno. I depositi delle
famiglie sono stabili a 918,5 miliardi, quelli delle società sono scesi
da 198,4 a 191,6 miliardi (fonte: Bce);
- Disoccupazione:
Il tasso di disoccupazione a gennaio 2014 è balzato al 12,9%. I
disoccupati sfiorano i 3,3 milioni (fonte: Istat). E' il tasso più alto
sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004. Disoccupazione
giovanile: e' record anche il tasso di disoccupazione dei 15-24enni: a
gennaio 2014 è pari al 42,4%. Nell'Eurozona per il 2013 le stime confermano una disoccupazione al 12,3%, e per il 2014 al 12,4% (fonte Bce);
- Entrate tributarie:
nei primi 10 mesi dell'anno si sono attestate a 307,859 miliardi di
euro, in calo di circa 1,4 miliardi rispetto ai 309,301 miliardi di euro
dello stesso periodo del 2012. A ottobre sono state pari a 29,266
miliardi di euro, in lieve ribasso rispetto ai 29,601 miliardi dello
stesso mese del 2012.
- Evasione: Nel 2013 5mila evasori totali e 17,5 miliardi nascosti. Secondo le stime elaborate dall'Istat l'imponibile sottratto al fisco si aggira ogni anno attorno ai 275 miliardi di euro;
- Export:
a ottobre 2013 si registra una diminuzione sia dell'export (-0,5%) sia,
in misura più rilevante, dell'import (-2,6%). (fonte: Istat); a ottobre
2013, il saldo commerciale è pari a +4,1 miliardi, superiore a quello
registrato a ottobre 2012 (+2,3 miliardi). Al netto dell'energia,
l'attivo è di 8,9 miliardi. Nei primi dieci mesi dell'anno, l'avanzo
commerciale raggiunge i 23,7 miliardi e, al netto dei prodotti
energetici, è pari a quasi 70 miliardi.
- Fabbisogno dello stato:
sulla base dei dati preliminari del mese di dicembre, il fabbisogno
annuo del settore statale del 2013 si attesta a 79,7 miliardi, rispetto
ai 49,5 del 2012.
- Fallimenti: nel primo semestre 2013 si sono registrate 6.500 nuove procedure fallimentari, in aumento +5,9% rispetto allo scorso anno;
- Felicità: Italia depressa, il 'fu-Belpaese' è 45° nella classifica mondiale, stando al secondo Rapporto sulla Felicità dell'Onu;
- Fiducia aziende: l'indice composito sale da 79,8 di luglio a 82,2 di agosto.- Fiducia consumatori:
torna ai livelli massimi da due anni. Il clima di fiducia dei
consumatori aumenta, ad agosto, a 98,3 da 97,4 del mese di luglio.
- Gettito Iva:
nel periodo gennaio/aprile 2013 tra le imposte indirette prosegue
l'andamento negativo dell'IVA (-7,8%) per effetto della flessione
registrata dalla componente relativa agli scambi interni (-4,7%) e di
quella relativa alle importazioni da Paesi extra UE (-21,4%) che
risentono fortemente del deterioramento del ciclo economico;
- Immobiliare:
nel primo trimestre 2013 l'indice dei prezzi delle abitazioni ha
registrato una diminuzione dell'1,2% rispetto al trimestre precedente e
del 5,7% nei confronti dello stesso periodo del 2012 (fonte: Istat);- Imprese: in 6 anni sparite in Italia 134 mila imprese (Cgia);
- Inflazione.
Nel 2013 in Italia il tasso d'inflazione medio annuo è stato pari
all'1,2%, in decisa diminuzione rispetto al 3% del 2012. Si tratta del
dato più basso dal 2009.
- Insolvenze bancarie: quelle in capo alle imprese italiane hanno sfiorato a maggio 2012 gli 84 miliardi di euro (precisamente 83,691 miliardi);
- Lavoro: da 2005 Italia fanalino di coda classifica occupazione Ue15 (fonte Istat); Lavoro, 6 milioni in cerca e 7 su 10 temono di perderlo (fonti: Istat e Coldiretti);
- Manifattura:
l'indice Pmi è salito a 51,3 punti ad agosto, dai 50,4 del mese
precedente, segnando il livello massimo da 27 mesi a questa parte.
Secondo Markit alla base dell'espansione della produzione c'è stato un
incremento dei nuovi ordini, il più marcato in oltre due anni, in
particolare dall'estero.
- Neet: 2,2 milioni nella fascia fino agli under 30, ragazzi che non studiano, non lavorano, non imparano un mestiere, i totalmente inattivi sono il 36%;
- partite Iva: crollate -400.000 (-6,7%) dal 2008 (fonte Cgia Mestre);- poveri: per la crisi sono raddoppiati dal 2007 al 2012 a quasi 5 milioni (fonte Istat);
- Prezzi produzione:
l'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali è
aumentato a luglio dello 0,1% rispetto al mese precedente e diminuito
dello 0,9% nei confronti di luglio 2012. Lo ha comunicato l'Istat.
- Pil:
il Prodotto interno lordo dell'Italia, ovvero la ricchezza complessiva
del paese, alla fine del 2012 era di 2.013,263 miliardi di dollari (dati
Ocse) o 1.565,916 miliardi di euro (fonte: relazione del governo al
Parlamento - 31 marzo 2013). Nel secondo trimestre il Pil Italia
è stato confermato in contrazione -0,2% dopo il -0,6% nei primi tre
mesi dell'anno. Comparando il secondo trimestre del 2013 con gli stessi
mesi dell'anno precedente il calo è -2,0% (fonte: Eurostat). S&P
ha abbassato la sua previsione di crescita 2013 per l'Italia, a -1,9%
rispetto al -1,4% previsto a marzo 2013 e al +0,5% stimato a dicembre
2011. L'ultima previsione dell'Istat per il 2013 e' -2,1%. Il Fmi ha tagliato le stime del pil Italia 2013 a -1,8%. Anche l'Ocse prevede una contrazione di -1,8%, unico paese in recessione del G7. Nel 2012 il Pil ha subito una contrazione di -2,4%. E un crollo senza precedenti di -8,8% dall'inizio della crisi nel secondo trimestre del 2007 (fonte Eurostat);
- Potere d'acquisto delle famiglie: -2,4% su base annua, -94 miliardi dall’inizio della crisi, circa 4mila euro in meno per nucleo;
- Povertà:
nel 2012 ha colpito il 6,8% delle famiglie e l'8% degli individui. I
poveri in senso assoluto sono raddoppiati dal 2005 e triplicati nelle
regioni del Nord (dal 2,5% al 6,4%). E' quanto emerge dal quarto
Rapporto sulla Coesione sociale presentato da Inps, Istat e ministero
del Lavoro.- Precariato: contratti atipici per il 53% dei giovani (dato
Ocse);
- Produzione industriale: crollata -17,8% negli ultimi dieci anni. La produzione industriale e' calata del 1,1% a luglio 2013 e -4,3% rispetto a luglio 2012 (fonte Istat);
- Reddito famiglie:
nel 2013 e' tornato ai livelli di 25 anni fa, oggi 1.032 miliardi di
euro, rispetto ai 1.033 del 1988 (fonte: Confcommercio); il reddito annuale della famiglia media italiana è calato di 2.400 euro tra il 2007 e il 2012, quasi il doppio della media della zona euro (fonte: Ocse);
- Ricchezza:
dall'inizio della crisi nel secondo trimestre del 2007 il pil e'
crollato -8,8% (fonte: Eurostat), pari a una perdita di oltre 150
miliardi di euro. L'Italia comunque e' il paese piu' ricco in Europa per
via del patrimonio immobiliare dei cittadini ma tra quelli a minor
reddito e con il piu' alto tasso di poverta': la ricchezza netta pro-capite, pari a 108.700 euro, supera di poco quella dei francesi (104.100 euro) e dei tedeschi (95.500 euro) (Fonte Bce-Bankitalia);
- Servizi:
il fatturato delle aziende che operano nel settore servizi (80% del Pil
Italia) nel secondo trimestre 2013 risulta in calo -2,5% rispetto allo
stesso periodo dell'anno precedente; l'indice Pmi relativo alle imprese dei servizi in Italia resta sotto i 50 punti (che indica contrazione): 48,8 ad agosto (fonte: Markit);
- Sofferenze bancarie:
a dicembre 2013 ammontavano a 155,8 miliardi, nuovo record, e ben 30,9
in più rispetto ai 124,9 miliardi di fine 2012 (fonte: Bankitalia).
- Spesa famiglie::
prosegue il calo della spesa delle famiglie italiane, nel secondo
trimestre del 2013 si contrae -3,2%, e per i beni durevoli -7,1% (fonte:
Istat);
- Tasse: 262 scadenze per i cittadini italiani dall'Irpef, all'Iva, all'Irap, etc. Il livello eccessivo di tassazione provoca un effetto negativo, noto come curva Laffer e non è compatibile con la crescita;
- Spesa pubblica:
in 15 anni e' salita +69% a 727 miliardi. Rispetto a una ricchezza di
1.565 miliardi di euro, lo stato spende il 48% del pil. E con gli
interessi sul debito pubblico supera il 52%;
- Vendite al dettaglio: in calo a giugno 2013 -3% su base annua, -0,2%. Nel trimestre aprile-giugno 2013 l'indice è calato -0,3%.
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