Il Parlamento Europeo avrà da ora in poi un nuovo gruppo politico, quello dell’estrema destra, denominato ‘Europa delle nazioni e delle libertà’. Un anno dopo le elezioni europee del maggio 2014 la leader del partito più forte dell’estrema destra continentale, Marine Le Pen, ha ottenuto i numeri necessari a formare un nuovo gruppo parlamentare e abbandonare così quello dei non iscritti nei quali erano relegati gli eletti del Front National e di altre formazioni dall’inizio della legislatura.
"Il nostro gruppo è una buona notizia per le nazioni, per i popoli e per la libertà” si è vantata la Le Pen nel corso di una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche l’olandese Geert Wilders, il leader dell’islamofobo Partito della Libertà, i cui deputati europei hanno aderito alla nuova corrente europea insieme a quelli della Lega Nord di Salvini, del fiammingo Vlaams Belang (Belgio), del KNP polacco e dell’FPO austriaco (quello del defunto Haider). Della partita sarà anche la britannica Janice Atkinson, che ha abbandonato il gruppo Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (EFDD) creato dal partito di destra Ukip di Nigel Farage e dai rappresentanti continentali del Movimento 5 Stelle. Nel corso della conferenza stampa convocata per presentare il nuovo gruppo Janice Atkinson ha affermato che “Marine Le Pen è la leader politica che di più mi ispira come all’epoca accadde con Margaret Thatcher”.
Da qualche settimana la Atkinson era stata sospesa da Farage dopo che la stampa di Londra aveva accusato un assistente dell’eurodeputata di aver cercato di farsi rimborsare dall’Eurocamera una fattura contraffatta emessa da un ristorante.
Alla nuova corrente dell’estrema destra europea non si unirà invece l’europarlamentare francese Bruno Gollnish, fondatore e veterano del Front National e amico di Jean Marie Le Pen, che negli ultimi mesi la figlia Marine ha di fatto espulso dal partito nel tentativo di dargli un’immagine nuova e ‘ripulita’. Ma comunque l’astro nascente della politica francese ha ampiamente superato quel minimo di 25 membri in rappresentanza di almeno 7 diversi paesi – ne conta attualmente 36 – che gli permettono di formare un gruppo autonomo a Strasburgo e di ottenere una maggiore agibilità politica. E non solo. Perché grazie alla costituzione di un gruppo politico indipendente a Strasburgo i partiti di ultradestra, nazionalisti, xenofobi e in alcuni casi apertamente fascistoidi che ne fanno parte avranno accesso a un budget supplementare di ben 17 milioni di euro di finanziamenti nei prossimi quattro anni. Soldi che spenderanno per spandere ai quattro venti la loro propaganda e il loro odio per i migranti, i ‘diversi’ e le sinistre anticapitaliste, oltre che per rafforzare le loro infrastrutture e il loro insediamento.
La Le Pen ha ampiamente sorvolato sull'estremo ritardo con cui è riuscita a partorire la sua creatura europea, resa possibile solo dopo la frammentazione dei polacchi del Congresso della Nuova Destra (KNP), formazione che alle europee dell'anno scorso aveva ottenuto un incredibile 7% ma che alle recenti presidenziali si è fermata ad un minuscolo 0.6%.
Prima è stato il segretario e leader carismatico del Knp, Janusz Korwin-Mikke, ad essere cacciato dopo che i suoi camerati l'hanno accusato di aver avuto due figli al di fuori del matrimonio (!). Poi ad ottobre l'eurodeputato Robert Iwaszkiewicz ha deciso di disobbedire al suo partito aderendo al gruppo di Farage e Grillo permettendogli di rimanere in piedi dopo la dipartita della deputata lettone Iveta Grigule. Ora i due deputati superstiti, Michal Marusik e Stanislaw Zoltek, hanno finalmente deciso di aderire alla corrente guidata dalla leader del FN francese.
Il gruppo parlamentare europeo ha eletto come presidenti naturalmente Marine Le Pen e l'olandese Marcel De Graaf, e come vice l’italiano Matteo Salvini, il cui partito ha ormai da tempo abbandonato ogni discorso autonomista o 'indipendentista' per trasformarsi in una forza politica dell'estrema destra classica, in alleanza con movimenti neofascisti come Casa Pound e altri. Al di fuori del gruppo - un po' per loro scelta, un po' per evitare presenze eccessivamente imgombranti - sono rimasti i 5 eurodeputati greci di Alba Dorata e i 3 dell'ungherese Jobbik. Ma c'è da giurare che non mancheranno le occasioni per una proficua collaborazione...
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