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15/06/2015

Turchia: “centinaia di cellule dell’Isis pronte a colpire”

Mentre in Siria, al confine con la Turchia, infuriano i combattimenti tra le milizie curde Ypg – coadiuvate da alcune brigate del cosiddetto Esercito Siriano Libero – e i tagliagole dello Stato Islamico, varie fonti curde e turche hanno denunciato per l’ennesima volta nei giorni scorsi il sostegno che Ankara continua a concedere ai fondamentalisti islamici.

Durante il fine settimana il Co-Presidente dell’Hdp – Partito Democratico dei Popoli, uscito vincitore dalle elezioni del 7 giugno – Selahattin Demirtaş, nel corso di una commemorazione dei manifestanti uccisi a Diyarbakir in un attentato jihadista prima del voto, ha affermato che sul suolo turco vi sarebbero centinaia di cellule dello Stato Islamico pronte a seminare il caos e la morte.

Demirtaş ha criticato i tentativi della polizia turca di impedire una seria indagine a proposito dell’attentato, criticando la decisione da parte delle autorità di apporre il segreto di stato sull’inchiesta nel chiaro tentativo di nascondere i legami tra gli attentatori e gli apparati dello Stato turco. Secondo Demirtaş un attentato di quel genere – costato la vita a 4 inermi manifestanti – non avrebbe potuto essere organizzato senza la collaborazione di forze che appartengono allo stato i cui legami con Daesh sono sempre più espliciti. Demirtaş ha in particolare fatto riferimento al ruolo dei militanti del gruppo di destra e islamista Hizbullah, i cui membri sarebbero armati e verrebbero utilizzati dagli apparati di sicurezza e di intelligence di Ankara per provocare i militanti della sinistra curda e innalzare la tensione in Kurdistan a beneficio dello status quo.

La dichiarazione del leader dell’Hdp è arrivato mentre il quotidiano turco Cumhuriyet ha di nuovo pubblicato nuove rivelazioni sul coinvolgimento dei servizi segreti di Ankara (Mit) nel sostegno attivo ai militanti jihadisti in Siria.

Il quotidiano di opposizione ha infatti denunciato che il 9 gennaio 2014 due autobus scortati dagli agenti del Mit sono andati a prelevare 72 miliziani del gruppo armato jihadista nel campo di Atme in Siria per poi condurli in territorio turco passando per il valico di confine di Tal Abyad. Secondo Cumhuriyet – che ha titolato a tutta prima pagina 'Kirli Operasyon', cioè 'Operazione sporca' – gli autobus scortati dai membri del Mit avrebbero aggirato le linee dei combattenti curdi portando così in salvo varie decine di jihadisti. Una rivelazione che non è affatto piaciuta al governo e in particolare al presidente turco Erdogan che già in occasione di un articolo di Cumhuriyet che denunciava il ruolo dei servizi segreti nel rifornimento di armi all’Is aveva reagito minacciando il direttore del quotidiano di opposizione, Can Dundar, chiedendo che sia condannato all’ergastolo per 'spionaggio' e 'rivelazione di segreti di Stato'.

Come se non bastasse su alcuni organi di stampa del paese è rimbalzata la notizia che la Turchia fornisce energia elettrica ai miliziani di Daesh proprio a Gire Spi (come i curdi chiamano Tal Abyad).Il quotidiano Birgün ha ad esempio pubblicato la dichiarazione di un funzionario della DEDAŞ, l’impresa elettrica statale che opera nella regione secondo il quale: ”C’è  stata scarsità di energia elettrica 3-4 volte a Akçakale (sul lato turco della frontiera di fronte a Tal Abyad), eppure diamo a Tal Abyad elettricità 24 ore al giorno e ripariamo la linea di alimentazione.” Lo stesso articolo denuncia che tramite il valico di confine in questione – che le milizie curde sarebbero in procinto di conquistare proprio in queste ore – sarebbero passati nei giorni e nei mesi scorsi milioni di dollari di beni contrabbandati dallo Stato Islamico grazie alla ‘tolleranza’ della autorità turche, oltre ad armi ed esplosivi diretti ai miliziani che combattono contro le Ypg e contro l’esercito siriano.

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