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04/07/2015

L'aria elettrica di Atene, a 24 ore dal risultato


A meno di 24 ore dal referendum, ad Atene si respira un aria di elettrica euforia per questo evento. Euforia, per la possibilità di votare NO alle politiche di austerity; elettrica, per la consapevolezza dell’importanza del proprio voto in questo momento nei confronti di un intero continente, e per la consapevolezza che in questi giorni, in Grecia, si sta scrivendo un pezzo di storia importantissimo.

Per le strade e per i quartieri della città i comitati popolari e le formazioni politiche organizzano presidi informativi e improvvisano cortei spontanei. “Avanti con la lotta”, si grida per le strade “rovesciamo le cose, diciamo NO ai diktat dell’Unione Europea”.

Le organizzazioni legate a Syriza e quelle della sinistra più radicale legate ad Antarsya riprendono uno slogan classico del KKE, in tono quasi di sfida nei confronti della posizione astensionista del partito: “La storia si scrive con la disobbedienza” e la parola d’ordine diventa OXI: no alla Troika, no all’euro, no all’Unione Europea.

Al terrorismo mediatico di questi giorni, il fronte per il NO ha risposto organizzando una manifestazione imponente ieri sera, con più di 100.000 persone in Piazza Syntagma, mentre allo stadio Panatinaikos si riunivano poco più di 10.000 tifosi del SI. Oggi la campagna referendaria si gioca a stare nei quartieri, nei luoghi di lavoro, tra la gente.

Le file ai bancomat attendono silenziose e, mentre aspettano di prelevare i 60 euro che oggi concedono le banche, prendono il volantino della campagna referendaria per il NO.

Gli autisti degli autobus fanno salire i compagni che distribuiscono volantini ai passeggeri. Da giorni ormai i trasporti pubblici sono gratuiti ma il servizio continua a funzionare alla perfezione. I compagni raccontano con soddisfazione che non solo gli autobus ma anche altri servizi pubblici fondamentali come gli ospedali continua a funzionare regolarmente e dare assistenza gratuita a tutti soprattutto per l’attività volontaria dei lavoratori degli enti. È questa la forza di questo popolo, la sua base materiale per dire NO alla Troika.

Per la strada si avverte la consapevolezza della gente sul voto di domani: è chiaro ciò che è in ballo, il significato del referendum e soprattutto che al di la di come andrà nulla sarà più come prima. Con chiunque si parli emerge la consapevolezza del profondo valore politico di questo referendum. L’economia è ormai in secondo piano. Parte da qui la realizzazione o meno del progetto politico europeo. Con buona pace di chi ancora si sofferma sui numeri e i dettagli. Solo i media locali e internazionali, fedeli discepoli della religione europeista, omettono questo dettaglio che ormai e chiaro sia alle istituzioni internazionali sia, soprattutto, al popolo greco continuando in interminabili soliloqui matematici di analisi dei dati economici.

Comincia il conto alla rovescia. Parte l’ennesimo corte che urla “OXI”, “non avrete mai la nostra dignità”.

Il messaggio greco, al di la del risultato, è partito. Ora è solo il tempo che dimostrerà chi ha ragione.

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