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21/09/2015

"Giù le mani dal Colosseo", ma veramente



Una piccola inchiesta porta alla luce particolari che meritano di essere conosciuti. Personaggi come Renzi e Marino o la Commissione di Garanzia sugli scioperi, vanno tenuti alla larga dai diritti dei lavoratori e dal patrimonio pubblico, perché sono un pericolo. Sulla vicenda dell’assemblea dei lavoratori e lavoratrici del Colosseo, abbiamo dovuto sopportare  un volume di idiozie, menzogne e contumelie decisamente insopportabili.

Secondo tutti i membri dell’establishment che hanno preso la parola – da Renzi al presidente della Commissione di Garanzia sugli scioperi – i lavoratori hanno sì diritto all’assemblea ma senza ostacolare il flusso dei visitatori. Una operazione decisamente complicata e una affermazione totalmente in malafede e strumentale vediamo perché:

Il Colosseo è aperto tutti i giorni con i seguenti orari:

-  08.30 - 16.30: fino al 15 febbraio

-  08.30 - 17.00: dal 16 febbraio al 15 marzo

-  08.30 - 17.30: dal 16 all'ultimo sabato di marzo.

- 08.30 - 19.15: dall'ultima domenica di marzo fino al 31 agosto

- 08.30 - 19.00: dal 1 al 30 settembre

- 08.30 - 18.30: dal 1 all'ultimo sabato di ottobre

Quindi a seconda dell’esposizione solare, i lavoratori – per non ostacolare il flusso di visitatori al Colosseo – potrebbero riunirsi in assemblea non prima delle 16.30 in pieno inverno, dopo le 19.15 in piena estate. Oppure dovrebbero tenere le assemblee all'alba.

Area Archeologica di Pompei

Vediamo invece gli scavi archeologici di Pompei che sono aperti tutti i giorni con i seguenti orari:

- dalle 9.00 alle 19.30 dal 1 aprile al 31 ottobre

- dalle 9.00 alle 17.00 dal 1 novembre al 31 marzo

Anche in questo caso i lavoratori dovrebbero riunirsi in assemblea praticamente all’ora di cena tra aprile e ottobre, e dalle 17.00 poi da novembre a marzo.

Cliccando qui potete leggere il quotidiano francese Le Monde che racconta dello sciopero al prestigioso museo del Louvre di Parigi a marzo del 2013 (vedi la foto in copertina).

Qui invece è la BBC che ci racconta lo sciopero degli addetti alle pulizie al prestigioso British Museum di Londra tre anni fa.

Né in Francia né in Gran Bretagna abbiamo assistito alle vergognose pantomime, alle sguaiatezze e alle aggressive dichiarazioni del Presidente del Consiglio o del Sindaco per lo sciopero dei lavoratori. Renzi e Marino insomma hanno dato una dimostrazione di evidente peggiorità rispetto ai loro colleghi di altri paesi europei.

Ma se un lavoratore o una lavoratrice del personale del Colosseo o degli Scavi archeologici di Pompei volesse andare da visitatore nei prestigiosi palazzi istituzionali come Palazzo Chigi o Quirinale, quale offerta si troverebbe a disposizione?

Vediamo qui di seguito le possibilità di accesso al pubblico dei palazzi istituzionali:

Palazzo Chigi

Calendario visite guidate Palazzo Chigi anno 2015/2016

OTTOBRE : sabato 17  e 31
NOVEMBRE: sabato 14 e 28
DICEMBRE: sabato 12 e 19             
GENNAIO 2015: sabato 16 e 30            
FEBBRAIO: sabato 13 e 27                        
MARZO: sabato 5 e 19                           
APRILE: sabato 2 e 16                        
MAGGIO: sabato 7 e 21 

Il palazzo della Presidenza del Consiglio è dunque visitabile al pubblico che ne volesse visionare le opere d’arte, le sontuose stanze e cortili solo 2 sabati per ogni mese e solo dalle 9 alle 12

Quirinale
Giorni di apertura

martedì – mercoledì – venerdì – sabato – domenica.

Il Palazzo sarà chiuso nel periodo delle festività natalizie, per le celebrazioni della Festa della Repubblica e nel mese di agosto.

Orari

Dalle 9.30 alle 16.00.
Ultimo ingresso per il percorso 1 (artistico-istituzionale) ore 14.30; per il percorso 2 (artistico-istituzionale e tematico) ore 13.30. È necessario presentarsi 30 minuti prima dell’orario di inizio della visita.

Insomma per visitare Palazzo Chigi o il Quirinale, come si dice, devi cogliere l'attimo!

Infine ma non certo per importanza, chi ci guadagna con gli incassi dei biglietti del Colosseo? Non ci crederete ma è una società privata del circuito Mondadori cioè di Berlusconi.
Per quanto riguarda il ricavato della vendita dei biglietti d'ingresso al Colosseo, ai Fori, a Palazzo Venezia, la parte più consistente degli incassi non andrebbero al Polo Museale romano, cioè al Ministero Beni Culturali e Turismo, ma alle imprese  private concessionarie dei servizi. Contropiano ha già scritto in passato su questo.

Al Colosseo, il 69,8 % dei 3 euro aggiuntivi al costo del biglietto d’ingresso (di 12 euro complessivi) andrebbe alla concessionaria dei servizi, la Electa del gruppo Mondadori. Questa percentuale, scrive la Corte dei Conti in una recente relazione, «viola il dettato normativo attribuendo percentuali di entrate opposte a quelle leggi» (non più del 30%).

Un’altra situazione denunciata dalla Corte è quella degli ingressi a Palazzo Venezia, sede di un museo ma anche, in questi mesi, di una mostra su Carlo Saraceni (che terminerà il 2 marzo). I magistrati contabili accusano: su 10 euro pagati per il biglietto dal visitatore, 7,75 vanno alla società privata  Civita Cultura.

Scrive il settimanale L’Espresso del 12 gennaio 2015:
“Nella Città eterna, che ogni anno richiama oltre 12 milioni di visitatori, lo Stato racimola solo le briciole dal tourbillon di acquisti culturali. Nel 2013 fra visite guidate, merchandising, prenotazioni, spuntini e caffè, monumenti e musei statali hanno incassato oltre 17 milioni di euro. Introiti virtualmente balsamici per le finanze esangui del Mibact, ma finiti quasi tutti nelle tasche dei privati: 15 milioni sono rimasti ai concessionari. Il Colosseo, icona universale dell’antica Roma, è anche l’emblema del suo paradosso, l’incapacità di farsi ricca col proprio patrimonio: 8 milioni infatti sono stati trattenuti dai concessionari e solo 1,2 sono andati alla soprintendenza”
Renzi, Marino, il Presidente della Repubblica, il presidente della Commissione di garanzia hanno perso una ottima occasione per tacere.

Fonte

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