Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

02/09/2015

La fine di Omar el Mukhtar

L’11 settembre 1931, Omar el Mukthar, in viaggio con una sessantina di cavalieri, veniva intercettato e catturato da reparti italiani (ne scrissi, anni fa, qui).

Dopo un processo farsa – conclusosi non solo con la condanna dell’imputato, ma anche con quella del suo difensore di ufficio, il capitano Roberto Lontano, colpevole di aver difeso il suo assistito con troppo zelo… –  il 16 settembre veniva impiccato davanti a 20.000 deportati libici. Pochi mesi dopo la ribellione cessava definitivamente.

L’avvenimento fu salutato da un trionfalistico comunicato di Graziani, che attribuiva il successo ad una brillante operazione militare. Qualcuno (fra cui il gerarca Emilio De Bono) avanzò il dubbio che le cose stessero diversamente e che la cattura fosse il prodotto del tradimento del capo ribelle Hamrusc. Ma la cosa non ebbe seguito ed anche storici del calibro di Angelo Del Boca o Romain Rainero non hanno trovato negli archivi una conferma anche indiretta di questo tradimento, per cui la versione ufficiale resta ancora quella accreditata.

Oggi, fra le carte appartenute al dottor Giuseppe Franceschino, giudice istruttore del Tribunale del Corpo d’Armata Territoriale di Bengasi (lo stesso del processo-farsa a Omar), spuntano degli interessanti verbali di interrogatorio a tal Hamed Bu Seif, un trentacinquenne mulesem aul (sottotenente) del dor di Abid, che compariva davanti a lui il 12 maggio 1931, dichiarando:
Confermo quanto ho già dichiarato… nulla ho fatto contro il Governo, sottomettendomi al quale, son sicuro di avere la tranquillità… Mi sono sottomesso perchè ho visto che Saad Fannusc sottomessosi è stato lasciato tranquillo e, al Dor gli altri che hanno intenzione di sottomettersi, vogliono prima vedere come sono trattato anch’io.
Dunque, l’avvio di una azione di gruppo, di cui Bu Seif era solo l’avanguardia. L’interrogatorio, ripreso anche nei giorni seguenti, produceva molte informazioni sull’organizzazione della resistenza: armamenti, organigrammi e una raffica di decine di nomi con le rispettive azioni compiute, sino a riempire  25 fitte pagine di verbale. In particolare colpiscono molti passaggi riguardanti Omar el Mukhtar:
…il drappello che è a guardia personale di Omar Mukhtar non ha caimacan, ma un Bimbasci comandar: egli è Bubacher Zigri… si distinguono dagli altri perchè: sono tutti della stessa cabila di Omar e perchè vestono barracani di seta, e tachie rosse… Quando la carovana si muove … poiché con essa si muove anche Omar Mukhtar è scortata anche dai suoi cavalieri… Omar non cavalca un cavallo sempre dello stesso colore, quando lo lasciai cavalcava un cavallo bianco… la tenda di Omar Mukhtar è a 4 teli, italiana, ed è come quella che adoperiamo noi ascari. Egli non ha più la tenda conica…
Tutte notizie utili a individuare il capo guerrigliero e la sua guardia del corpo, magari dall’alto di una ricognizione aerea.

Ignoriamo che fine abbia fatto Hamed Bu Seif e se sia mai stato processato, ma sembra decisamente improbabile che il comando militare italiano abbia lasciato cadere una così rilevante offerta di collaborazione che, probabilmente, riguardava un gruppo non piccolo. La lettura del verbale comprende molte notizie, troppe per un semplice sottotenente, a meno che egli non fosse stato precedentemente istruito.

Forse questa è la conferma ai dubbi di De Bono che sin qui era mancata.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento