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08/10/2015

Elezioni a Milano: che si sta profilando?

Manca una manciata di mesi alle elezioni amministrative e ”grande è la confusione sotto il cielo”. Al momento l’unico candidato in pista è Passera che si presenta bene, ha idee brillanti, vaste e ramificate relazioni nella Milano che conta, ma che è il classico generale senza esercito, almeno per ora.

L’ho sentito in una cena di presentazione dove c’era un centinaio di persone del tipo che potete immaginare e mi ha fatto l’impressione di un manager intelligente e fantasioso ma assolutamente negato per la politica. Le voci dicono che abbia tentato un approccio con Cl (per il tramite del suo addetto stampa) ma che la cosa, per ora, non abbia dato risultati. Per ora ha il vantaggio di essere solo a correre e qualcosa gli frutterà, ma a meno di ribaltoni nel centro destra, direi che, se resta solo, farà fatica a fare il tre o quattro per cento. Il che significa che andrà a schiantarsi e la sua corsa come possibile inquilino di Palazzo Chigi finisce qui.

Centro destra: a quanto pare l’accordo (se si fa) sarebbe ristretto a Fi, Lega e FdI, il che già non è una base di partenza entusiasmante. Il guaio peggiore è la difficoltà di trovare un nome. Sembrava che l’accordo cadesse su Del Debbio gradito sia a Salvini che a Berlusconi, ma l’interessato semplicemente non prende in considerazione l’ipotesi: ha già un lavoro che gli piace molto di più e che gli rende il quadruplo di quello che riceverebbe come sindaco di Milano, non è un gran lavoratore e per quella carica ci vuole una resistenza al lavoro da guinness dei primati. Per cui direi che semplicemente non se ne parla più. Si era affacciata una candidatura Albertini ma i suoi giri di valzer con Monti hanno lasciato il segno: niente da fare. La Moratti? Pare che non ci stia. Né Salini né Berlusconi sono disposti a metterci la faccia. Insomma si fanno nomi di Carneadi sindaci di qualche paese della provincia: robetta a prezzi di saldi.

Al contrario pare che Area Popolare (Ncd+ Udc) stia già cercando di accucciarsi ai piedi del Pd. A meno che... a meno che Berlusconi non rompa con Salvini, stanco delle sue bizze e non lanci un candidato-ponte verso i centristi (come Lupi, ma un colpo a sorpresa potrebbe essere Passera che potrebbe anche funzionare).

Pd: il cuore del caos. Di fatto, si sta profilando un braccio di ferro fra Renzi ed i milanesi, divisi fra loro, ma concordi per respingere l’invasione di campo del segretario nazionale che non sopporta nessuno dei locali. A livello locale ci sono Fiano (il favorito dai sondaggi) e Majorino, fra i quali cerca di sgomitare Caputo, mentre Renzi vorrebbe un nome altisonante fuori partito come Sala (che però rischia di avere problemi una volta finito l’Expo), Calabresi (direttore della Stampa) o il solito sogno di De Bortoli, però pare che nessuno sia interessato così come sono andati a vuoto i tentativi di convincere Pisapia a tornare indietro.

Intanto sono state fissate le primarie: 7 febbraio, il che è un suicidio. Cioè, sino all’epoca il Pd lascerà agli altri campo libero, preferendo dilaniarsi all’interno, poi, arrivati sfiniti alla scelta del candidato, non avranno un minuto per riposarsi e dovranno ributtarsi nella campagna elettorale. Nonostante il livello degli altri, se si impegnano, mi sa che riescono a perdere.

Cosa Rossa e dintorni landiniani: elettroencefalogramma piatto. È possibile che sperino nella vittoria di Majorino per tuffarsi, more solito, fra le braccia del Pd, altrimenti troveranno qualche candidatura last minute ed andranno da soli ed, ovviamente si schianteranno. Forse potrebbero avere un risultato dignitoso candidando Civati che è il più nuovo della compagnia ed ha una base milanese. Ma figuriamoci se ci stanno pensando, con le rivalità personali che ci sono.

Da ultimo il M5s che non ha ancora scelto ma dal quale potrebbe venire qualcosa di inaspettato o, per lo meno, mi sembra di sentirne o brontolii dal sottosuolo.

Be, se il quadro è questo che si profila, a meno di sorprese, c’è poco da stare allegri. Io una idea ce l’avrei: perché non chiediamo la cittadinanza di Ulan Bator che, poi, non deve essere tanto male?

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