L’Ong spagnola Open Arms ferma da 13 giorni davanti a Lampedusa con 147 migranti naufragati a bordo, nei giorni scorsi aveva presentato un ricorso al Tar contro il divieto di sbarco nel porto italiano. “A seguito del ricorso presentato dai nostri legali presso il Tar del Lazio in data 13 agosto 2019 nel quale facevamo presente la violazione delle norme di Diritto Internazionale del mare in materia di soccorso presenti all’interno del Decreto Sicurezza Bis, lo stesso oggi risponde riconoscendo la suddetta violazione nonché la situazione di eccezionale gravità ed urgenza dovuta alla permanenza protratta in mare dei naufraghi a bordo della nostra nave”. A rendere nota la sentenza del Tar è la stessa la ong spagnola annunciando che si dirigerà ora verso “il porto sicuro più vicino” e che non può che essere Lampedusa.
Immediata la reazione del ministro dell’Interno Matteo Salvini, il quale ha annunciato in una diretta Facebook che firmerà subito un provvedimento per impedire lo sbarco della nave. “Pensate in che Paese strano viviamo, un avvocato del Tribunale amministrativo del Lazio vuole dare il permesso di sbarcare a una nave straniera piena di immigrati".
Di avviso completamente diverso da Salvini è però il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, la quale non ha firmato il divieto all’ingresso nelle acque territoriali per la Open Arms come chiesto ministro dell’Interno. Lo si apprende da fonti del Viminale, secondo cui “la scelta non sorprende, visto che la titolare della Difesa ha ordinato alle navi della Marina Militare di scortare verso il nostro Paese l’imbarcazione spagnola”.
Infatti due navi della Marina Militare stanno scortando a distanza verso le acque territoriali italiane la Open Arms, che attualmente naviga a tre nodi in direzione di Lampedusa.
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