Secondo quanto trapela da Bruxelles, nell’ambito delle proposte per contenere i consumi di energia, la Commissione europea intende proporre un obiettivo obbligatorio di riduzione dei consumi di elettricità durante le ore di picco. La misura dovrebbe prevedere tre o quattro ora al giorno di calo dei consumi, lasciando però agli Stati membri un margine di discrezionalità nella scelta degli orari da adottare.
Gli Stati membri della Ue saranno poi obbligati a introdurre un contributo di solidarietà eccezionale e temporaneo per l’industria fossile, “sulla base dell’utile imponibile realizzato nell’anno fiscale 2022” e solo in quell’anno. Le proposte di Bruxelles passeranno attraverso l’articolo 122, cioè direttamente dagli Stati, che potranno emendarle e approvarle a maggioranza qualificata.
Bruxelles sta mettendo a punto una serie di interventi per fronteggiare il boom dei prezzi dell’energia e l’eventuale blocco delle forniture di gas da parte di Mosca. Nel frattempo l’Ue è impegnata a trovare la quadra sulla questione del tetto al prezzo del gas, un tema attorno al quale i 27 hanno discusso il 9 settembre, ma senza trovare un accordo.
Paesi come l’Italia e il Belgio sono favorevoli ad un tetto al prezzo di tutto il gas, non solo a quello russo. In particolare, l’Italia chiede di applicarlo alle transazioni negli hub europei, mentre il Belgio propone un price cap dinamico sulle stesse piattaforme di scambio, ma ancorando il prezzo massimo al Jkm asiatico per il gas naturale liquefatto, per non inimicarsi i Paesi dell’Asia. Del tutto contrari invece sono Austria e Germania, perché alcuni Paesi dipendono ancora in modo massiccio dalle forniture russe. Fortemente contraria anche l’Olanda dove ha sede il mercato di scambio TTF e sul quale il paese incassa sontuose roialties.
L’altro fronte aperto alla Commissione europea è il tetto ai profitti dei produttori di elettricità, che non utilizzano gas. Il meccanismo mira a sganciare i prezzi dell’energia prodotta dalle centrali a gas da quella prodotta da parchi eolici e centrali nucleari, che hanno costi inferiori.
Contraria all’ipotesi di un tetto al prezzo del gas è poi la Norvegia, paese produttore ed esportatore. Lo ha fatto sapere il premier norvegese, Jonas Gahr Store, in una nota diramata dopo un colloquio telefonico con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento