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03/08/2023

Guerra in Ucraina - Il cambio di paradigma della propaganda occidentale

di Francesco Dall'Aglio

Continua il "cambio di paradigma" sulla stampa USA. Tom Rogan (sì, si chiama come uno dei cattivi di IT, poveraccio, l'ex marito di Beverly), lo stesso che il 15 maggio del 2018 sosteneva che l'Ucraina dovesse bombardare il ponte di Crimea, l'altro ieri si è chiesto perché l'Ucraina debba essere così "maleducata" riguardo agli aiuti internazionali che riceve, descrivendone i membri del governo come "sempre più maleducati e petulanti" e facendo un piccolo riepilogo degli ultimi screzi, quello con la Gran Bretagna durante il vertice di Vilnius e quello molto più recente degli ultimi giorni con la Polonia.

Ah, questi ucraini ingrati: gli abbiamo promesso tutto, gli stiamo mandando poco, e loro fanno i petulanti. Con toni meno accesi, ieri la CNBC ha rilanciato: sebbene sia inevitabile che i rapporti tra Ucraina e partner occidentali diventino "ogni giorno più complessi", l'Ucraina "cammina su una linea molto sottile" per quanto riguarda gli aiuti che riceve, e le sue continue richieste stanno "mettendo alla prova la pazienza" degli alleati.

E fin qui ci siamo. L'articolo però introduce un altro argomento nella conclusione: la gestione ucraina degli aiuti occidentali. La difesa a tutti i costi di Bahmut, dice, era stata sconsigliata dagli Stati Uniti, ma la leadership e il comando ucraino non hanno voluto sentire ragioni e hanno perso moltissimo materiale e uomini, cosa che "ha causato costernazione" negli USA.

Eccolo, il cambio di paradigma vero: sostenere l'Ucraina per sempre e a qualunque costo, ma cosa fanno delle cose che gli mandiamo? Come le usano? Vuoi vedere che le usano male?

E su questo si aggancia l'ultimo articolo di questa mini-rassegna stampa, pubblicato sempre ieri sul New York Times: "Le truppe ucraine addestrate dall'Occidente incespicano in battaglia" e nemmeno "le avanzate armi americane" e le "formidabili macchine da combattimento occidentali" riescono a cambiare la situazione. In una lunga analisi, pare che il problema sia che gli ucraini non hanno appreso le complicate caratteristiche dell'arte della guerra occidentale (i cui pilastri gli autori dell'articolo si guardano bene dall'elucidare, a parte vaghi accenni alla "iniziativa" concessa agli ufficiali inferiori e all'onnipresente "tattica delle armi combinate" che, senza armi combinate tipo l'aviazione e senza superiorità di materiale non serve a nulla) e che abbiano "commesso parecchi sbagli", sebbene gli venga graziosamente concesso che non hanno avuto molto tempo per padroneggiarle.

La colpa del mancato successo, quindi, non è delle formidabili armi occidentali o delle straordinarie tattiche NATO, sono loro che non le sanno applicare. Quindi, poche illusioni: il cambio di paradigma non riguarda lo sganciamento occidentale dal conflitto. Riguarda il fatto che gli ucraini devono smetterla di rompere le scatole, essere grati di qualsiasi rottame gli venga spedito, e combattere seguendo alla lettera gli ordini della NATO. E se perderanno, naturalmente sarà solo colpa loro.

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