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09/08/2023

Niger - Primi tentativi di approccio USA ai golpisti

di Francesco Dall'Aglio

Victoria Nuland, che si trovava in Africa per altre ragioni (è stata in Sudafrica e nella Repubblica democratica del Congo) è volata a Niamey (è la sua terza visita in due anni...) per cercare di mediare una soluzione diplomatica, riconoscendo così implicitamente la giunta militare che ha preso il potere come un interlocutore legittimo - anche perché gli USA non hanno ancora designato gli avvenimenti in Niger come colpo di stato, cosa che ovviamente comporterebbe, da parte loro, un atteggiamento molto diverso, come la stessa Nuland ha riferito di aver detto. Non è stata trattata benissimo, diciamo.

Voleva incontrare il nuovo capo di stato, il generale Abdourahamane Tiani, ma si è dovuta accontentare di parlare con il capo dell'esercito Moussa Salau Barma e altri tre colonnelli; voleva incontrare il presidente messo agli arresti domiciliari, Mohamed Bazoum, ma anche questo le è stato negato e ha potuto solo sentirlo per telefono. Per il resto, a parte appunto notificare l'ovvio (gli USA potrebbero considerare la nuova giunta militare come golpisti se questi ultimi continuano a non rispettare la carta costituzionale del paese) li ha "messi in guardia" dalla cosa che pare preoccupare tutti più di ogni altra, ovvero dall'avere rapporti con la Wagner, ha incontrato alcuni degli "amici di lunga data" degli USA nel paese ("giornalisti, avvocati della democrazia, attivisti dei diritti umani", che se sono come quelli che giravano in Europa Orientale negli anni '90 Dio aiuti il povero Niger) e "ha fornito un certo numero di opzioni per continuare a parlare e spera che le raccoglieranno".

Qui, il testo della brevissima teleconferenza di Nuland prima che ripartisse per gli USA, con le domande di due giornalisti.

Qui il comunicato ufficiale del Dipartimento di Stato, dove si scrive senza mezzi termini una cosa alla quale Nuland non ha fatto cenno, ossia che i progetti di cooperazione e assistenza al Niger sono al momento in pausa, cosa che "comprende la potenziale perdita di centinaia di milioni di dollari di sostegno economico e di sicurezza per la popolazione del Niger".

Qui, infine, l'articolo della CNN che riassume il tutto.

Intanto, mentre si aspetta il nuovo vertice dell'ECOWAS programmato per giovedì, i governi del Mali e del Burkina Faso continuano ad assicurare alla giunta nigerina il loro pieno sostegno. Anche la Guinea ha dichiarato che non parteciperà a una eventuale operazione militare dell'ECOWAS e il Ciad, che dell'ECOWAS non fa parte, ha dichiarato invece che in caso di invasione sosterrà il Niger. La posizione algerina è più sfumata, ma anch'essa molto contraria a un'invasione.

Qui invece un reportage di qualche mese fa sul fatto che, incredibilmente, due decenni di presenza militare statunitense nella regione non hanno risolto il problema del terrorismo e delle milizie.

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