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14/02/2012

Art. 18, il silenzio del Pd e i guastatori di Repubblica al lavoro. Cgil irritata ma non basta

"Prima due fondi di Scalfari, ora una notizia falsa in prima pagina. Chi vuole forzare la mano? Noi non subiremo pressioni improprie". La smentita della Cgil al cosiddetto scoop di Repubblica su un presunto incontro tra la segretaria generale Susanna Camusso e il presidente del Consiglio Mario Monti prima della partenza di quest'ultimo alla volta della Casa Bianca, è piuttosto aspra. Da palazzo Chigi, intanto, non si fanno attendere. E anche loro sostengono che la notizia del quotidiano di De Benedetti è del tutto infondata.
Il "partito di Repubblica" stavolta sembra averla fatta grossa. Del resto gli interessi in ballo sono piuttosto considerevoli. Sono stati loro, sempre con alcune primizie di "disinformatia" allo stato puro, a scrivere qualche giorno fa che, "secondo alcuni calcoli di esperti", l'abbattimento dell'articolo 18 vale 200 punti di spread. Ed ora che il Pd si è chiuso nel silenzio, si fanno avanti loro con un gioco che somiglia più al biliardo che al tennis.
Lo scenario, se vogliamo, è identico a quello che portò all'accordo separato del 2009: prima viene isolata la preda e poi la si azzanna. Stavolta la prima fase è stata innescata dalla cosiddetta "manutenzione" professata dal segretario della Cisl Raffaele Bonanni in una intervista al Sole 24 ore esattamente una settimana fa. Gli è venuto facile, visto che siamo in un governo di "tecnici" perché non sfruttare l'occasione di una “messa a punto”. Ironia a parte, in realtà la proposta, che ha incontrato subito il semaforo rosso della Cgil, prevedeva un vero e proprio aggiramento della tutela attraverso l'accoglimento del licenziamento economico. Una presa in giro, Bonanni sa benissimo, infatti, che nessun imprenditore licenzia ufficialmente per discriminazione politica, sindacale, razziale o religiosa. Solo uno ci sta provando, l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, ma si è dovuto inventare un percorso molto tortuoso; e non è detto che alla fine la spunterà.
La conferma indiretta che l’incontro non c’è stato, o se c’è stato non ha certo avuto le caratteristiche di quanto va raccontando Repubblica, viene dalla dichiarazione della sinistra della Cgil. Giorgio Cremaschi si guarda bene dal chiedere conto a Susanna Camusso del suo colloquio con Monti e prende atto della smentita. “Ma la vera smentita – aggiunge – deve essere lo sciopero generale, come chiederà la piazza il 18 febbraio” (giorno della manifestazione dei metalmeccanici a Roma, ndr).

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