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12/02/2012

Grecia ‘punto zero’

Oggi il Parlamento di Atene voterà per la legge che introduce un pacchetto di misure di austerità feroce, dal quale manca, per di più, una concreta previsione per l’attuazione di politiche che risollevino l’economia nazionale.  Dall’avvento dell’euro in poi, complice l’incapacità dei governanti di allora, le forze economiche del Paese si sono disabituate a produrre.
Se grazie alla moneta unica i prestiti erano diventati meno costosi per lo Stato, l’effetto fu quello di un abbandono costante da parte del Paese all’illusione di vivere per un tempo indefinito di soldi altrui. Tuttavia, nel corso dello scorso decennio, speculazione e collusione sono state le vere protagoniste della scena economica nazionale. Le ormai famigerate Olimpiadi del 2004, costate il triplo di quanto inizialmente previsto, sono un ottimo esempio di come megalomania e intrecci sotterranei tra forze politiche e interessi economici, avessero creato una prassi diffusa e ancora ben presente, nonostante tutto.
Eppure, le colpe elleniche, prima fra tutte l’indisciplina finanziaria dello Stato, non sono la causa di una crisi che ha cambiato radicalmente il Paese nel giro di appena due anni. Altrimenti, come spiegare il fallimento della politica economica di Paesi disciplinati, come l’Irlanda o la Spagna?
I motivi sono da ricercare nel funzionamento dell’Euro. È, allora, un evento triste, quale che siano le valutazioni politiche, vedere il Primo Ministro di un Paese europeo fare un discorso ai greci con i toni e la drammaticità di ieri sera. Come un medico che annuncia ai familiari la prossimità del decesso del malato.
Loukàs Papadimos, infatti, ha spiegato che senza il voto favorevole della Camera, il Paese è condannato alla catastrofe.
“Ci troviamo al punto zero e dobbiamo prendere decisioni che nessun governo prenderebbe; ma se non attuiamo quello che ci chiedono e privi del prestito dei partner, scuole e ospedali non potranno più funzionare e non potremo comperare petrolio perché nessuno ci farà credito” ha detto, aggiungendo che è uno dei momenti più difficili degli ultimi 65 anni. “Se la Grecia procederà alla riduzione del debito e prenderà il prestito, avremo l’occasione storica di costruire un futuro per i nostri figli”, ha concluso il Primo Ministro.
La paura è una pianta ben fertilizzata, nella Grecia degli ultimi due anni e tre sono gli scenari possibili: bancarotta disordinata e caos, sospensione unilaterale del pagamento del debito (almeno per un numero di anni, contestualmente all’attuazione di politiche volte a risollevare il destino economico e sociale del Paese), fedeltà ai diktat europei e del Fmi che con precisione matematica creeranno un deserto là ove appena due anni fa, c’era vita.

Fonte.

A chi non perde tempo a leggere cazzate su facebook, guardare video cretini su youtube, ed ascoltare musica di merda, consiglio ampie riflessioni sulle righe in grassetto oltre alla lettura dei punti previsti dall'ennesima austerità ellenica.

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