Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

17/02/2015

Siria - L'esercito di Assad avanza nel sud. Israele, per ora, osserva

di Michele Giorgio – Il Manifesto

Non è facile, senza essere sul posto, avere infor­ma­zioni pre­cise sull’andamento dell’offensiva lan­ciata nei giorni scorsi dall’esercito siriano, con l’appoggio di com­bat­tenti sciiti liba­nesi di Hez­bol­lah e di volon­tari ira­niani, per ripren­dere il con­trollo del sud del Paese finito, in parte, lo scorso autunno nelle mani dei qae­di­sti di al Nusra e della galas­sia di for­ma­zioni isla­mi­ste include nel cosid­detto Fronte Meri­dio­nale. È una bat­ta­glia deci­siva, almeno quanto quella del 2013 che a Qusair, vicino al con­fine con il Libano, vide le forze gover­na­tive (anche in quel caso con l’aiuto Hez­bol­lah) avere la meglio in un’area stra­te­gica dopo mesi di vio­lenti scon­tri con mili­ziani di al Nusra e dell’Esercito siriano libero (il brac­cio armato della Coa­li­zione dell’Opposizione finan­ziata dall’Occidente e dalle petro­mo­nar­chie del Golfo). Il suo esito inte­ressa, e non poco, anche a Israele che negli ultimi due anni ha col­pito in Siria diverse volte ma solo posta­zioni mili­tari e con­vo­gli gover­na­tivi. Allo stesso tempo non ha nep­pure sfio­rato le mili­zie anti Bashar Assad con le quali nell’area del Golan ha sta­bi­lito canali di comu­ni­ca­zione e offerto “aiuti uma­ni­tari”, oltre ad aver curato nei suoi ospe­dali cen­ti­naia di siriani feriti, tra i quali mili­ziani dell’Esl e, con ogni pro­ba­bi­lità, anche di al Nusra.

Negli ultimi tempi, dopo il raid aereo israe­liano del mese scorso a ridosso del Golan, in cui sono morti alcuni impor­tanti uffi­ciali di Hez­bol­lah e un gene­rale ira­niano (il movi­mento sciita ha rispo­sto ucci­dendo sul con­fine israelo-libanese due sol­dati dello Stato ebraico), il pre­mier Netanyahu ha più volte accu­sato la Siria di avere dato carta bianca al movi­mento sciita liba­nese e all’Iran, inten­zio­nati a creare loro posta­zioni ai piedi delle Alture del Golan. Per l’analista mili­tare israe­liano Amir Rapa­port, «il governo Neta­nyahu vuole impe­dire che Teh­ran e Hez­bol­lah pos­sano arri­vare a ridosso del Golan». Allo stesso tempo – aggiunge Rapa­port – «non desi­dera la caduta del regime di Dama­sco poiché gli esiti potreb­bero essere impre­ve­di­bili e dare campo libero ai jiha­di­sti dell’Isis». L’analista non si sbi­lan­cia oltre ma nei dise­gni di Neta­nyahu sembrano esserci un governo cen­trale siriano debole ma non al punto da crol­lare e le regioni meri­dio­nali della Siria nelle mani dei ribelli (alleati di Israele), in modo da allon­ta­nare sine die la pos­si­bi­lità di un nego­ziato per la resti­tu­zione del Golan occu­pato e colo­niz­zato.

Il por­tale mediorientale “al Moni­tor”, al quale contribuiscono anche diversi gior­na­li­sti e ana­li­sti israe­liani, rife­riva qual­che giorno fa di dichia­ra­zioni di “ribelli” a con­ferma della col­la­bo­ra­zione con lo Stato ebraico. Nei mesi scorsi Israele non ha for­nito armi, ha scritto “al Moni­tor”, ma ha consegnato alle mili­zie dell’opposizione sistemi sofi­sti­cati di comu­ni­ca­zione e sor­ve­glianza che, di fatto, hanno aiu­tato al Nusra e il Fronte Meridio­nale a cat­tu­rare Qunei­tra e altri impor­tanti vil­laggi e cen­tri abi­tati della zona.

Ricon­qui­stare la città di Deraa, Qunei­tra e il resto del sud, ha una impor­tanza vitale per Dama­sco. In quella parte del Paese al Nusra, l’Esl e decine di altri gruppi, gra­zie ai rifor­ni­menti, anche di armi, che pas­sano dalla fron­tiera con la Gior­da­nia – Amman nel nord della Siria bombarda (almeno in appa­renza) lo Stato Isla­mico e nella parte meri­dio­nale invece lascia tran­si­tare gli aiuti per i qae­di­sti e i loro alleati –, prepa­rano l’avanzata che dovrebbe por­tare la guerra di nuovo a ridosso di Dama­sco che dista poche decine di chi­lo­me­tri. Le forze gover­na­tive sanno che se riottenuto il con­trollo del sud del paese potranno anche inter­rom­pere il flusso di rifor­ni­menti per i mili­ziani di Jaish al Islam che dalla zona di al Ghouta ten­gono sotto pres­sione la capi­tale, anche con lanci di razzi.

Come stiano andando i com­bat­ti­menti che hanno già fatto decine se non cen­ti­naia di morti, anche tra le truppe rego­lari, è dif­fi­cile accer­tarlo. I reso­conti delle due parti in lotta sono oppo­sti. Quelli governa­tivi par­lano di ricon­qui­sta di gran parte dell’autostrada Damasco-Deraa e dei vil­laggi di Deir al-Adas, Deir Maker, al-Danaji, Tal Mehri, Tal al-Sayyad, Tal al-Arous. Il gene­rale ira­niano Qas­sem Sulei­mani, coman­dante delle forze spe­ciali “Al Quds” delle Guar­die della Rivo­lu­zione, ha par­lato di vittoria “vicina” in Siria. L’opposizione nega e attra­verso i suoi gior­nali afferma che l’offensiva dell’esercito è stata bloc­cata e rife­risce dell’uccisione di molte decine di sol­dati e com­bat­tenti ira­niani e di Hezbollah.

Nessun commento:

Posta un commento