L’amministrazione Usa ha avviato una nuova escalation contro il Venezuela bolivariano appesantendo il blocco economico. Il presidente statunitense Trump ha infatti firmato un ordine con il quale congela i fondi del governo venezuelano negli Usa e vieta transazioni con l’esecutivo di quel paese a meno di esplicite eccezioni. Con questo diktat il Venezuela raggiunge la lista dei rogues states insieme a Corea del Nord, Iran, Siria e Cuba.
Il blocco dei fondi venezuelani deciso dagli Stati Uniti costituisce una “grave aggressione che mira a far fallire il dialogo politico”. Lo afferma in una nota il ministero degli Esteri venezuelano. Tali misure, si aggiunge, “sanciscono un criminale blocco economico, finanziario e commerciale” ai danni del Venezuela, che “strangolerà la popolazione”. La Casa Bianca e i suoi alleati “scommettono sul fallimento del dialogo politico che il governo di Caracas mantiene con l’opposizione, sotto la mediazione della Norvegia, perché temono i loro risultati e benefici”, ha dichiarato il Ministero degli Esteri Jorge Arreaza.
Il vice presidente del Venezuela , Delcy Rodríguez, ha definito il blocco degli Usa come un attacco contro l’intero paese.
“Trump ha fatto i passi più pericolosi contro il nostro paese per gettare le basi del soffocamento assoluto contro il Venezuela”, ha dichiarato la vicepresidente venezuelana, la quale ha anche chiarito che sebbene l’opposizione affermi che le misure sono dirette contro il presidente Nicolás Maduro, in realtà il blocco degli Stati Uniti colpisce tutti i venezuelani. “È davvero diretto a Maduro? O è un blocco finanziario totale contro il Venezuela? Se chiudi finanziariamente il Venezuela, come farà il Paese a comprare cibo e medicine?”
Ovviamente il presidente-fantoccio venezuelano Juan Guaidò, quello autoproclamatosi presidente ad interim del Venezuela, ha appoggiato il congelamento dei beni venezuelani negli Stati Uniti disposto da Trump, sostenendo che questo ha come obiettivo “proteggere” la popolazione venezuelana. Guaidò ha sottolineato che “qualsiasi persona, impresa, Nazione o istituzione che faccia affari con il regime di Maduro lo starà facendo, per effetto della giustizia internazionale, collaborando e sostenendo una dittatura”.
Ma, secondo il ministro degli esteri Arreaza, il governo venezuelano “non consentirà a questa escalation parziale di aggressioni di influenzare i colloqui (con settori dell’opposizione, ndr) iniziati a Oslo a metà maggio e trasferitisi alle Barbados all’inizio di luglio”.
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