Rischiando il ridicolo ma svelando una totale strumentalità, la Polonia – a sua volta sotto pressione della UE – sta lanciando l’allarme rosso contro i migranti che premono sulle frontiere.
Le agenzie riprendono fonti del Ministero della Difesa della Polonia secondo cui i soldati polacchi hanno respinto un primo “attacco” dei migranti provenienti dalla Bielorussia, per lo più giovani uomini di origine africana e mediorientale ma, secondo le fonti polacche, almeno un militare bielorusso era a fianco dei richiedenti asilo che hanno cercato di varcare la barriera di filo spinato costruita al confine dalle autorità di Varsavia.
Secondo il governo polacco questo “è un altro esempio dell’attività ostile del regime bielorusso contro la Polonia”. Non solo. “La Bielorussia vuole causare un grave incidente, preferibilmente con spari e vittime“, ha dichiarato alla radio il vice ministro degli Esteri polacco, Piotr Wawrzyk, secondo cui le autorità bielorusse ”stanno preparando un’enorme provocazione vicino Kuznica Bialostocka, dove ci sarà un tentativo di attraversamento di massa del confine“.
I gruppi neofascisti e i giovani nazionalisti polacchi hanno organizzato pattuglie insieme ai militari e alle Guardie di frontiera per catturare i migranti che riescono ad entrare in territorio polacco attraversando illegalmente il confine con la Bielorussia.
L’iniziativa è stata lanciata dall’associazione Niklot di Bialystok che ha come scopo “la difesa dell’identità slava e della specificità culturale della Polonia“. “I nostri avi con il proprio sangue hanno reso sacra la nostra terra, perciò non possiamo più osservare in modo passivo l’ondata di immigrati nel nostro territorio“, recita l’appello pubblicato da questi gruppi.
Dal canto loro le autorità di frontiera bielorusse hanno avvertito su Telegram che “un grande gruppo di rifugiati, che portano con loro i propri effetti personali, si sta spostando verso il confine polacco lungo un’autostrada“.
Secondo l’agenzia Agi, le forze armate polacche hanno sparato gas lacrimogeni sui migranti che hanno cercato di aprirsi un varco con vanghe e cesoie nella barriera di filo spinato costruita da Varsavia alla frontiera con la Bielorussia. A riferirlo è l’agenzia russa Ria Novosti, secondo la quale la barriera ha già ceduto in più punti.
La Polonia ha proibito ai giornalisti di accedere alla frontiera e le uniche informazioni giungono dal governo, mentre sul lato bielorusso del confine sono presenti i corrispondenti delle principali agenzie stampa russe.
Anche un governo reazionario come quello della Lituania sta a sua volta aumentando il dispiegamento di militari alla frontiera con la Bielorussia. Il ministro dell’interno lituano, Agne Bilotaite, ha chiesto che venga dichiarato lo stato di emergenza.
Ma se Polonia e Lituania confermano la loro natura reazionaria, la Commissione Europea non appare da meno. Capovolgendo infatti la linea acquiescente tenuta fino ad oggi con la Turchia o la Libia, l’Unione Europea ha accusato la Bielorussia di incoraggiare flussi di immigrazione illegale verso l’Unione Europea come forma di rappresaglia ibrida in risposta alle sanzioni di Bruxelles.
“Dalle informazioni a nostra disposizione ci sono centinaia di persone al confine tra Bielorussia e Polonia. Nelle ultime settimane le autorità polacche hanno riportato migliaia di tentativi di attraversamento ogni settimana” ha dichiarato un portavoce della Commissione europea.
“Si tratta della continuazione del disperato tentativo del regime di Lukashenko di usare le persone per destabilizzare l’UE. Noi rigettiamo ogni tentativo di strumentalizzare l’immigrazione per obiettivi politici“, ha aggiunto il portavoce di Bruxelles.
Alla strumentale posizione di Polonia e UE non poteva non allinearsi anche la Nato. “Siamo preoccupati per la recente escalation al confine tra Polonia e Bielorussia. Chiediamo alla Bielorussia di rispettare il diritto internazionale“, ha dichiarato un funzionario della Nato.
“Abbiamo visto un aumento di migranti che cercano di entrare nel territorio alleato attraverso la Bielorussia“, ha specificato. “La Nato continua a monitorare da vicino la situazione, che sta mettendo sotto pressione i nostri alleati Lituania, Lettonia e Polonia. L’uso dei migranti da parte del regime di Lukashenko come tattica ibrida è inaccettabile”.
Anche la Nato, come la UE, sembra non aver mai visto cosa accade ai confini della Turchia, in Libia o nei paesi balcanici. Insomma una compiacenza vergognosa verso Ankara e i lager libici, ma “linea dura” verso Minsk. Una schizofrenia tutta europea, foriera di orrori e di guai, tanti.
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