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02/09/2023

Strage di Ustica - Il DC-9 Itavia abbattuto da un missile francese diretto contro Gheddafi

Parole come pietre oltre quaranta anni dopo la strage di Ustica, quando un DC-9 dell’Itavia venne abbattuto sui cieli di Ustica.

In una intervista a La Repubblica, l’ex presidente della Corte costituzionale – nonché ex presidente del Consiglio e tante altre cose – Giuliano Amato ha parlato della strage di Ustica del 27 giugno 1980 nella quale morirono 81 persone, spiegando che il DC-9 dell’Itavia fu abbattuto da un missile francese.

“Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione – ha proseguito – e il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico: l’esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario”.

Secondo Amato le cose andarono diversamente da quanto progettato dai francesi: “Gheddafi fu avvertito del pericolo da Craxi e non salì sul suo aereo. E il missile sganciato contro il Mig libico finì per colpire il DC-9 dell’Itavia che si inabissò con dentro ottantuno innocenti. L’ipotesi più accreditata è che quel missile sia stato lanciato da un caccia francese partito da una portaerei al largo della costa meridionale della Corsica o dalla base militare di Solenzara, quella sera molto trafficata – ha aggiunto – la Francia su questo non ha mai fatto luce”.

Amato sottolinea le reticenze dei francesi: “Mi chiedo perché un giovane presidente come Macron, anche anagraficamente estraneo alla tragedia di Ustica, non voglia togliere l’onta che pesa sulla Francia – ha dichiarato – e può toglierla solo in due modi: o dimostrando che questa tesi è infondata oppure, una volta verificata la sua fondatezza, porgendo le scuse più profonde all’Italia e alle famiglie delle vittime in nome del suo governo. Il protratto silenzio non mi pare una soluzione”, ha concluso Amato.

Ma ce n’è anche per la struttura militare italiana, che in quel caso come in decine di altri tra obbedienza alla Costituzione (e al giuramento prestato) e obbedienza alla Nato ha sempre preferito la seconda, tranne qualche rara eccezione.

Chissà perché, nulla di tutto ciò ci sorprende minimamente. Ma di questo torneremo a parlare prestissimo.

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