In Bolivia i gruppi dell’opposizione al governo del Movimento Al Socialismo, hanno indetto uno sciopero nazionale a tempo indeterminato a partire da lunedì 8 novembre contro la legge 1386 sulla Strategia nazionale di lotta contro la legittimazione dei guadagni illeciti e il finanziamento del terrorismo.
Il governo boliviano ha descritto lo sciopero come un tentativo di gruppi di destra di destabilizzare la governabilità del paese. Una forte presenza di polizia è stata dispiegata in tutto il paese per assicurare il libero transito nei punti bloccati.
Il ministro del governo boliviano, Eduardo del Castillo, ha riferito lunedì che otto dipartimenti del paese stanno funzionando normalmente e con libero transito, nonostante il tentativo di sciopero indetto dall’opposizione per quella giornata. “Quasi in otto dipartimenti del territorio nazionale c’è completa normalità, libero transito. Nel dipartimento di Santa Cruz ci sono blocchi sporadici, che sono stati istituiti più da pietre che da persone”, ha annunciato il ministro in una conferenza stampa.
Il viceministro dell’Interno, Nelson Cox, ha spiegato che l’obiettivo del dispiegamento della polizia è di mantenere il libero transito e lo sgombero dei punti di blocco una volta identificati. “Punto identificato, punto sbloccato. Sto regolando questo problema di persona”.
Secondo il comandante della polizia boliviana, Jhonny Aguilera, a La Paz, la capitale, non si segnala alcun blocco della circolazione. Allo stesso tempo, ha detto che nel settore Suticollo di Cochabamba ci sono 30 persone e nella città di Santa Cruz, “cuore” della Bolivia bianca e della destra, circa 2.000 persone sono distribuite in 80 blocchi.
Allo stesso tempo, il viceministro della comunicazione, Gabriela Alcón, ha detto che i lavoratori dei trasporti, i sindacati, gli edili e altri settori stanno svolgendo il loro lavoro normalmente, rifiutando lo sciopero e sostenendo la ricostruzione economica del paese. “È uno sciopero ma senza argomenti, perché la crisi, quando si presenta, prevede mobilitazioni e richieste, ma oggi le questioni vengono affrontate, sul piano sanitario e su quello economico”, ha detto ai media locali.
La deputata del Movimento Al Socialismo di Santa Cruz (la roccaforte della destra e dello sciopero) Estefanía Morales, ha denunciato ieri che Edgar Álvarez Frías, un ex funzionario del regime de facto di Jeanine Áñez, è dietro le mobilitazioni di alcuni settori dei sindacati di Santa Cruz, in coordinamento con il leader civico della destra Rómulo Calvo.
“Voglio denunciare, qui abbiamo il memorandum del signor Edgar Álvarez Frías, questo signore è il rappresentante dei sindacalisti di Santa Cruz che, con appetiti personali e in coordinamento con il signor Rómulo Calvo, sta generando e cercando di intimidire diversi sindacalisti”, ha denunciato la deputata del MAS. “Quest’uomo era ispettore nel Ministero del Lavoro durante l’amministrazione di Jeanine Áñez, come si può vedere nel memorandum, e quando abbiamo fatto la transizione dei ministeri, è stato licenziato”.
La deputata del MAS in una delle città dove la destra è più forte, ha deplorato che l’opposizione cerchi di generare scontri tra i boliviani utilizzando ex ufficiali del regime golpista.
Occorre ricordare che il regime di Jeanine Anez fu il risultato di un golpe che depose l’allora presidente boliviano e leader del MAS Evo Morales. Le elezioni successive però videro proprio il MAS rivincere le elezioni, un risultato che nè la destra boliviana nè gli Stati Uniti hanno accettato.
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