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05/04/2023

Spid. Per ora rimane così com’è

Con una proroga di due anni alle società di identity provider (fornitore di identità nella versione Rampelli, ndr) non ci sarà il temuto spegnimento dello Spid, che su alcuni siti e quotidiani era stato erroneamente dato per certo dopo alcune uscite pubbliche di Palazzo Chigi.

A quanto pare la soluzione allo studio del governo è un altra. Quaranta milioni di euro e una proroga biennale sembra essere il passo compiuto dal governo sullo Spid, il sistema pubblico dell’identità digitale, dopo che “i fornitori di identità” avevano minacciato di abbandonare il servizio in scadenza il 23 aprile a fronte di costi ritenuti non più sostenibili.

Le risorse sono state individuate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e inserite in un emendamento governativo al decreto legge PNRR-ter all’esame della commissione Bilancio del Senato. L’emendamento fa riferimento a una nuova convenzione da stipulare con l’Agenzia per l’Italia digitale senza specificarne la durata. Ma, a quanto risulta al Sole 24 Ore, si tratterà di un accordo biennale.

Il 31 marzo scorso il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Butti, replicando a un’interpellanza di M5S alla Camera, aveva parlato della necessità di “un serio processo di razionalizzazione del sistema di identità digitale, attraverso un unico strumento di accesso per tutti i servizi della pubblica amministrazione e per il servizio sanitario”. Molti avevano letto in questo una dichiarazione di morte per lo Spid gettando nel panico milioni di persone che avevano appena cominciato a prendere confidenza con questo strumento – divenuto vitale – nell’accesso a tutti i servizi pubblici.

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