La spesa militare nei paesi europei è aumentata del 3,6% lo scorso anno (escluse Russia e Ucraina). Ad affermarlo sono i dati dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri). Ciò porta gli investimenti in armi nel continente “al livello più alto dalla fine degli anni ’80”.
In totale, i paesi europei hanno investito in difesa “più di 350 miliardi di euro”, tant’è che “è ragionevole pensare che le spese militari continueranno ad aumentare nei prossimi anni”, afferma Diego Lopes del Sipri, il quale sottolinea come diversi paesi abbiano progettato piani per migliorare le capacità militari dei loro eserciti che verranno realizzati durante il decennio.
L’aumento delle spese militari in Europa è trainato da governi come quelli della Finlandia (36%), Paesi Bassi (13%), Belgio (12%). In termini nominali, “l’anno scorso tutti i paesi europei, tranne la Bosnia-Erzegovina e la neutrale Austria, hanno aumentato il budget per la difesa”.
Alcuni Paesi, come Romania, Repubblica Ceca, Lettonia, che hanno aumentato la loro spesa assoluta di oltre il 10%, in termini reali (scontando l’effetto inflazione), hanno registrato una contrazione raggiungendo anche un livello d’aumento dei prezzi tra il più alto degli ultimi decenni.
A ogni modo, “nell’ultimo decennio la spesa militare è cresciuta complessivamente del 30%”, un aumento meno elevato nei Paesi più occidentali rispetto a quelli più vicini alla Russia, i quali “hanno reagito con più forza allo shock geopolitico di nove anni fa”, cioè quel 2014 che gli osservatori più onesti ritengono essere stato il vero inizio della guerra in Ucraina.
Alcuni degli aumenti più consistenti sono stati quelli di Lituania (353%), Lettonia (186%), Ungheria (148%), Romania (124%), Slovacchia (109%).
Durante gli oltre 40 anni di Guerra Fredda, la spesa militare in Europa “è cresciuta lentamente ma costantemente”. Dopo la caduta del muro di Berlino e la disgregazione dell’Urss, “praticamente tutti i paesi europei hanno intrapreso un processo di riduzione delle spese militari”, periodo in cui “è prevalsa l’idea che non si sarebbe più verificata una guerra convenzionale”.
Molte capitali europee hanno iniziato dall’anno scorso “a elaborare piani per raggiungere l’obiettivo di investire il 2% del Pil” che la Nato si è posta nel vertice del 2014.
Per la prima volta nel database Sipri, l’Unione Europea appare come un “soggetto autonomo” con una spesa “di 1.283 milioni di euro”, pari a quella di Bulgaria o Croazia. Se ai calcoli del Vecchio continente s’aggiungono Russia e Ucraina, “l’aumento su base annua è del 13%”, il più alto mai registrato dal Sipri, che non dispone d’informazioni sull’Urss precedenti al 1988.
Insomma, la spesa militare mondiale nel 2022 è stata di 2,24 trilioni di dollari (2,02 trilioni di euro), cifra record che rappresenta un aumento negli anni del 3,7%, secondo Sipri, dati che non includono paesi come Corea del Nord, Siria, Eritrea.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento