Il presidente dell’Ucraina Zelenskyy ha chiesto al segretario generale della NATO Jens Stoltenberg di sollecitare i paesi occidentali nella fornitura di armi a lungo raggio, aviazione e artiglieria.
“Ho chiesto al Segretario Generale di aiutare a superare la moderazione di alcuni dei nostri partner nella fornitura di armi a lungo raggio, aviazione moderna, artiglieria, veicoli corazzati. Rallentare le decisioni necessarie è tempo che si sta perdendo per il mondo e questo è la vita dei nostri soldati che non hanno ancora ricevuto gli strumenti di difesa necessari”, ha detto giovedì a Kiev dopo un incontro con il Segretario generale della Nato.
Zelenski ritiene importante la prossima riunione del cosiddetto formato Ramstein di venerdì. “Alcune cose devono essere ‘spinte’ in modo che le armi necessarie arrivino più velocemente del previsto. Discuteremo delle armi che l’Ucraina si aspetta, dell’addestramento dei nostri piloti, delle armi a lungo raggio”. Stoltenberg attende l’annuncio di un’assistenza specifica all’Ucraina. “Questo sarà in aggiunta all’assistenza che è già stata fornita”, ha detto.
Non solo. Zelenski ha aumentato anche la pressione sulla richiesta di ingresso dell’Ucraina nella Nato. “Abbiamo bisogno di qualcosa di più dell’attuale formato delle relazioni. Vogliamo capire quando l’Ucraina sarà nella NATO. Vogliamo garanzie di sicurezza lungo il percorso. Allo stesso tempo, non stiamo preparando un’alternativa all’adesione e non la consideriamo come un compromesso”, ha detto giovedì a Kiev dopo l’incontro con il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg, rispondendo a una domanda di Interfax-Ucraina. Ma questa mattina il ministro della Difesa tedesco Pistorius ha gelato la richiesta di accelerazione di adesione alla Nato da parte dell’Ucraina.
Il segretario generale della NATO dal canto suo ha ricordato a Zelenski che i paesi della Nato hanno fornito più 65 miliardi di euro sotto forma di assistenza militare. “Questo ha permesso alle tue truppe di respingere il nemico da Kyiv, Kherson, Kharkiv”, gli ha ricordato Stoltemberg.
Secondo quanto riportato dall’agenzia russa Ria-Novosti, il consigliere della Repubblica popolare di Donetsk (DNR) Yan Gagin ha affermato che le forze russe controllano ormai circa il 90% di Bakhmut (Artemovsk per i russi, ndr). Questa stima del controllo russo del terreno viene confermata anche dal think thank specializzato statunitense Institute for Study of War secondo cui ammonta a circa l’87,9% di Bakhmut.
In un articolo sul settimanale statunitense Newsweek un ex ambasciatore degli Stati Uniti – David Rundell – e l’ex consigliere politico del comando centrale degli Stati Uniti Michael Gfoeller, hanno scritto che “Mentre un’intera generazione di uomini ucraini sta morendo, la triste realtà è che l’Ucraina ha tante possibilità di sconfiggere la Russia quante ne ha il Messico di vincere una guerra con gli Stati Uniti. Trascinare il conflitto non cambierà questa equazione”, hanno osservato i due analisti.
In Germania il delirio militarista ormai pervade il governo della cosiddetta coalizione semaforo (Spd, Verdi, Liberali). Secondo l’agenzia Tagesschau sarà necessario altro denaro oltre al fondo speciale da 100 miliardi di euro di spese militari decisa dopo l’invasione dell’Ucraina. “La Difesa è costosa e lo diventerà ancora di più”, ha detto il ministro della Difesa Pistorius. Il ministro socialdemocratico ha poi citato altri passaggi chiave da fare: l’aiuto all’Ucraina e la rapida sostituzione in Germania delle armi inviate a Kiev, la necessità di avere delle forze armate “operative e pronte al combattimento”, il bisogno a Berlino di “imparare di nuovo a pensare” la propria politica di sicurezza.
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