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03/09/2018

Libia - Il governo italiano smentisce intervento militari, ma sul campo già operano da tempo

“In relazione ad alcune notizie apparse sulla stampa odierna si smentisce categoricamente la preparazione di un intervento da parte dei corpi speciali italiani in Libia”. È quanto si legge in una nota diffusa oggi da Palazzo Chigi.

“L’Italia continua a seguire con attenzione l’evolversi della situazione sul terreno e ha già espresso pubblicamente preoccupazione nonché l’invito a cessare immediatamente le ostilità assieme a Stati Uniti, Francia e Regno Unito”, conclude il comunicato. Non è noto quale siano gli organi di stampa che hanno diffuso la notizia su un possibile intervento in Libia da parte di corpi speciali.

In realtà la presenza in Libia di militari dei corpi speciali italiani non è una novità. Dal primo gennaio di quest’anno in Libia ha preso il via la missione bilaterale di assistenza e supporto (Miasit) nata per “fornire assistenza e supporto al governo di Accordo nazionale libico”, si tratta di 350 unità, la maggior parte soldati e una parte personale sanitario e della logistica. Già nell’agosto del 2016 un documento del Comitato di controllo sui servizi segreti (Copasir), classificato top secret ma finito pubblicato su alcuni giornali, confermava la presenza dei nostri militari sui principali teatri di guerra, inclusa la Libia.

Come è scritto nel documento redatto dal Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (Cofs), le operazioni sono “effettuate in applicazione della normativa approvata lo scorso novembre dal parlamento, che consente al presidente del Consiglio di autorizzare missioni all’estero di militari dei nostri corpi d’elite ponendoli sotto la catena di comando dei servizi segreti con tutte le garanzie connesse”. Come faceva notare allora l’Huffington Post che aveva pubblicato il documento, “i commando del IX Reggimento ‘Col Moschin’ del Gruppo Operativo Incursori del Comsubin, del XVII Stormo Incursori dell’Aeronautica Militare e del Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri (e le forze di supporto aereo e navale) non rispondono alla catena di comando della coalizione dei trenta e più paesi che appoggia il governo del premier Fayez al Sarraj, ma direttamente al governo italiano”. Allora era il governo Renzi, poi c’è stato Gentiloni ed oggi Conte. Anche nella nota odierna di Palazzo Chigi smentisce che si stia preparando un intervento ma non che non ci siano, e da tempo, militari italiani sul campo.

La Farnesina, dal canto suo, rende noto che l’ambasciata italiana a Tripoli, resta operativa ma con “una presenza più flessibile e in continua rivalutazione sulla base delle esigenze di sicurezza”. Il sito dei servizi segreti italiani per le azioni all’estero (Aise) riferisce che sabato, secondo quanto riportato dal sito Libya Times, due missili Grad sono stati lanciati contro l’ambasciata italiana e gli uffici del primo ministro libico, Fayez al-Serraj, colpendo invece il vicino Hotel al-Waddan. Il primo missile avrebbe mancato l’ambasciata di pochi metri, mentre il secondo missile ha mancato gli uffici di al-Serraj centrando invece un’altra casa.

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