Ormai e come prevedibile, in Palestina è escalation. Nella serata di ieri, è arrivata la risposta della Jihad islamica palestinese ai raid israeliani che hanno ucciso un dirigente dell’organizzazione e altri 7 palestinesi (14 secondo fonti israeliane). Una settantina di razzi sono stati slanciati contro il territorio di Israele. L’esercito israeliano ha comunicato che: “In sole 2 ore stasera 71 razzi sono stati lanciati da Gaza verso Israele. 9 di questi razzi sono caduti all’interno della Striscia di Gaza”.
Ma questa mattina per il secondo giorno consecutivo, l’aviazione israeliana ha continuato a colpire diverse aree della Striscia di Gaza con attacchi aerei multipli, uccidendo un civile e ferendone altri quattro.
Dopo la morte di un altro civile in un attacco israeliano a Gaza, in mattinata, il ministero della Salute palestinese ha reso noto che l’aggressione israeliana ha provocato finora la morte di 11 cittadini, tra cui una bambina di cinque anni, una ragazza di 23 anni, una donna e un alto comandante delle brigate al-Quds, ala militare del Jihad islamico.
Le autorità israeliane hanno schierato nel centro del Paese batterie aggiuntive del sistema difensivo anti-missilistico Iron Dome e hanno richiamato 25 mila riservisti, spostando nell’area brigate d’elite come la Golani.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) sono preparate a una “settimana di operazioni”, ha affermato un portavoce militare delle Idf, Ran Kochav, in dichiarazioni alla stampa riportate dal quotidiano The Times of Israel, precisando che da ieri pomeriggio sono stati lanciati oltre 160 razzi contro Israele dalla Striscia di Gaza (un dato diverso dai 71 dichiarato nel twitter precedente delle Idf).
Secondo Avichai Adraee, dirigente delle Idf, ha dichiarato dall’inizio dell’operazione ieri pomeriggio l’esercito israeliano ha lanciato 30 raid su più di 40 obiettivi appartenenti alla Jihad islamica, utilizzando 55 missili e proiettili.
L’esercito israeliano ha riferito in una nota che soldati e agenti dello Shin Bet hanno arrestato 20 persone in raid avvenuti questa mattina nella Cisgiordania occupata. Secondo le fonti israeliani 19 sarebbero militanti della Jihad islamica.
Rastrellamenti e arresti in Cisgiordania
Le forze di occupazione israeliane hanno lanciato una campagna di arresti su larga scala, la maggior parte dei quali si è concentrata su leader e quadri del movimento del Jihad islamico, compresi ex prigionieri politici liberati.
L’esercito di occupazione ha arrestato due ex prigionieri, Bilal Diab e Jamal Al-Sayed, dopo aver fatto irruzione nelle loro case nella cittadina di Kafr Ra’i, a Jenin, nel nord della Cisgiordania. Agenti israeliani hanno arrestato l’ex prigioniero liberato Nasser Muhammad Al-Zein e suo figlio Yahya, dopo aver fatto irruzione nella loro casa nella città di Hebron/al-Khalil, nel sud della Cisgiordania. Le forze di occupazione hanno poi preso d’assalto la cittadina di Idna, a ovest di Hebron/al-Khalil, dove hanno arrestato il giovane Muhammad al-Fisisi, e i due ex prigionieri liberati, Nidal al-Jiawi e Tamer Salimiya, dopo aver fatto irruzione nelle loro case nella cittadina di Kharas, a nord-ovest; hanno anche arrestato il prigioniero liberato Rami al-Kassar. A Qalandia, gli israeliani hanno arrestato l’ex prigioniero Fares Aslan, e due giovani, Musa Jahjouj e Issam Abu Asba. A Beit Sira, nella Cisgiordania settentrionale, le forze di occupazione hanno fatto irruzione nella casa del giornalista Ibrahim Abu Safiya e lo hanno arrestato, insieme ad altri cinque giovani. A Bir al-Basha, nel distretto di Jenin, le forze di occupazione hanno arrestato il giovane Omran Gwadra, e a Sanur, a sud, il leader del Jihad islamico, Najeh Habayba; nel campo di “Noor Shams” a est di Tulkarem, hanno arrestato Alaa Shabrawi.
Le reazioni politiche
Il segretario generale della Jihad Islamica, Ziad al-Nakhala, aveva annunciato la ritorsione: “Prometto ai palestinesi che Tel Aviv sarà colpita dai missili della resistenza”. “Questo è un giorno destinato alla vittoria e il nemico deve capire che sarà una guerra senza resa. I combattenti della resistenza devono stare uniti, non abbiamo linee rosse”. “Andiamo in battaglia, non ci sono cessate il fuoco dopo un attacco”, ha aggiunto al-Nakhala, per concludere con un appello all’unità, sottolineando che “questo è un test per tutti i gruppi della resistenza”.
Da Ramallah è intervenuto anche il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, che ha condannato l’aggressione israeliana contro Gaza, ritenendo Israele responsabile per questa escalation pericolosa, e ha esortato la comunità internazionale a fare pressioni perché vi metta fine.
“Sono profondamente preoccupato per l’escalation in corso tra militanti palestinesi e Israele, inclusa l’uccisione mirata avvenuta oggi di un leader della Jihad islamica palestinese a Gaza. Ciò avviene nel mezzo delle crescenti tensioni nella Cisgiordania occupata e nella striscia di Gaza nelle ultime settimane”. Lo ha dichiarato Tor Wennesland, coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente. “Nelle ultime ore, almeno dieci palestinesi sono stati uccisi da attacchi aerei israeliani” ha aggiunto Wennesland. “Sono profondamente rattristato dalle notizie secondo cui una bambina di cinque anni è stata uccisa in questi attacchi. Non ci può essere alcuna giustificazione per eventuali attacchi contro i civili”, ha evidenziato il rappresentante Onu.
Ultim’ora: il ministro della Difesa di Israele, Benny Gantz, ha ordinato ai militari israeliani di continuare l’offensiva contro la Jihad islamica. Lo riferisce l’ufficio del ministro israeliano, ripreso dal quotidiano The Times of Israel. L’annuncio ha fatto seguito a un incontro di Gantz con il capo di Stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (Idf), Aviv Kohavi, e altri funzionari dell’esercito
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento