La linea d’azione della Fed con l’annunciato aumento dei tassi di interesse scuote sia Wall Street (-3% di venerdì, e i future sono ancora in calo), sia le borse europee e asiatiche che anche oggi indicano il rosso. La prospettiva di un rapido rialzo dei tassi americani anche fino al 4%, come anticipato da alcuni membri della Fed al vertice delle banche centrali a Jackson Hole sta creando ancora più problemi all’Europa.
Il numero uno della Fed ha detto che sull’aumento dei tassi di interesse intende tirare dritto “fino a che il lavoro non sarà finito” e cioè fino quando l‘istituto non sarà sicuro che l’inflazione “sarà sotto controllo”, anche se tale processo “causerà un certo dolore a famiglie e imprese”.
La traduzione pratica di questo discorso per i mercati è che a settembre la banca centrale americana molto probabilmente rialzerà per la terza volta consecutiva i tassi di 75 punti base e che il costo del denaro negli Usa aumenterà del 3,75-4% quest’anno.
Il Wall Street Journal ritiene che la banca centrale Usa si stia preparando a passare da una fase di rapidi e ampi aumenti dei tassi ad un’altra fase ancora più aggressiva, che prevede un taglio dei consumi e salari e alti tassi di interesse per buona parte del 2023.
Ma il “falco” della banca centrale Usa non è il solo. Nel vertice di Jackson Hole, almeno due membri della Bce, la tedesca Isabel Schnabel, membro dell’esecutivo della Bce e Francois Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia, sulla scia di Powell, hanno detto che servono ancora più sacrifici per evitare che l’inflazione vada fuori controllo, il che significa che a settembre anche la Bce potrebbe orientarsi anch’essa su un megarialzo dei tassi di 75 punti base.
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