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24/06/2024

Alla UE vanno bene anche i fascisti, basta che ne accettino i vincoli

Quando all’annuncio della convocazione di elezioni anticipate in Francia, le borse europee hanno segnato un crollo azionario e il calo dell’euro, abbiamo assistito a una dinamica a cui in Italia siamo abituati. Il rendimento dei titoli di Stato francesi è cresciuto nettamente, toccando il livello più alto dal 2017.

I mercati si sono mossi non secondo il timore che il Rassemblement National potesse gettare l’Esagono nel buio del fascismo, che anzi fa comodo ai profitti. La paura era che Marine Le Pen esprimesse ancora una linea di contrarietà all’euro e ai vincoli di Bruxelles, che qualche giorno fa non si è fatta mancare di aprire una procedura di infrazione sui conti francesi.

Allora, qualcuno doveva pur rassicurare i mercati e indicare la via ai fascisti. Ci ha pensato subito il commentatore capo per le questioni economiche del Wall Street Journal, Greg Ip, che ha scritto un articolo in cui sembra proprio voler dare la benedizione della finanza all’estrema destra europea, purché rispetti alcuni paletti.

Non che ciò rappresenti una novità. Appena qualche settimana fa il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, aveva detto chiaro e tondo che con l’estrema destra si poteva guidare la UE durante il difficile mandato della prossima Commissione Europea, purché si continuasse a sostenere la guerra per procura contro la Russia in Ucraina e si continuasse sulla via dell’austerità.

“Man mano che i partiti di estrema destra europei si sono avvicinati al potere, i loro obiettivi dichiarati sono passati dal lasciare l’UE al riformarla dall’interno. La notizia della stagione elettorale europea non è la fragilità dell’UE e dell’euro, ma la loro resilienza“, dice Ip.

Il giornalista si affida anche a parole di Jordan Bardella. “I nostri oppositori macronisti ci accusano... di essere favorevoli a una Frexit (Brexit francese, ndr), di voler prendere il potere per lasciare l’UE“, ha detto a maggio il candidato primo ministro del RN, il quale ha poi aggiunto, con una metafora da poker, che “non si abbandona il tavolo quando si sta per vincere la partita“.

Anche il Partito per la Libertà, forza che in autunno ha vinto le elezioni nei Paesi Bassi, ha abbandonato la richiesta per un referendum sull’adesione all’UE. Così come Giorgia Meloni, a detta della stessa von der Leyen, si è rivelata un interlocutore affidabile quando si è parlato di sostegno a Kiev e stretta sulle finanze italiane.

“L’AfD tedesca vuole invece ancora uscire dall’Ue, motivo per cui potrebbe aver ottenuto scarsi risultati nelle elezioni del Parlamento Europeo“, dice Ip. Qui si mostra tutto il carattere strumentale del suo articolo, oltre che la poca attenzione ai dati, perché l’AfD, purtroppo, è diventato il secondo partito tedesco, e ha aumentato i propri numeri sia in termini percentuali sia in termini assoluti.

Ip sta mandando un messaggio chiaro, da parte dei mercati internazionali, ai fascisti europei: se resterete dentro le regole dettate dalla filiera euroatlantica, a nessuno interesserà delle vostre politiche interne sui migranti e sulla repressione del dissenso. Certo, potrebbero ancora paralizzare il processo decisionale europeo su tanti dossier, ma Bruxelles ha uno strumento di deterrenza.

“Il punto critico, però, sono le finanze traballanti della Francia. […] Bruxelles ha concesso alla Francia un lungo margine sui deficit, perché è troppo politicamente e finanziariamente importante per fallire“, a differenza di una Grecia, ad esempio, che può essere sventrata fino all’osso come avvenuto negli ultimi 15 anni.

“La Banca Centrale Europea può acquistare obbligazioni dei paesi membri i cui rendimenti sono aumentati eccessivamente, a condizione che il paese sia fiscalmente solido o stia andando in quella direzione. […] Krishna Guha di Evercore ritiene che la Bce potrebbe sostenere le obbligazioni di paesi cooperativi come l’Italia ma non «il paese che sta causando lo stress», cioè la Francia“.

“La crisi, sostiene, «finirebbe quasi sicuramente con il crollo del nuovo governo del RN o con il raggiungimento di qualche compromesso con Bruxelles»“. Ip chiude dicendo: “l’estrema destra potrebbe volere una strada diversa rispetto al resto d’Europa, ma la sua libertà è limitata se vuole mantenere l’euro“.

E allora, cade la retorica con cui, poche righe prima, aveva affermato che “l‘euro è sopravvissuto perché la sua popolarità politica ha prevalso sui difetti economici“. L’euro è sopravvissuto perché è un’arma di ricatto, che attraverso il vincolo esterno indirizza le politiche economiche di interi paesi, in cui i parlamenti nazionali sono svuotati di concreti poteri decisionali.

Tranne per ciò che riguarda l’ordine pubblico, si intende. E ora la borghesia europea è pronta a integrare i fascisti nella governance continentale, perché in epoca di guerra fanno sempre comodo, purché appunto siano ligi ai dettami di UE e NATO.

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