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01/04/2023

Uranio Impoverito. “Il metallo del disonore”

Si torna a parlare delle armi all’uranio impoverito. Il “merito” è del governo britannico, e del compito che si è auto-assegnato di “avanguardia della guerra contro la Russia, a tutti i costi, con tutti i mezzi, in ogni luogo”.

L’escalation bellicista con cui il Regno Unito di Johnson, Truss, Sunak ha cercato e cerca disperatamente di riconquistare qualche centimetro dell’enorme spazio di mercato perduto negli ultimi 100 anni, ha portato infatti i suoi governanti-avventurieri a strombazzare ai quattro venti il seguente annuncio democratico-umanitario: forniremo all’Ucraina proiettili all’uranio impoverito.

Salvo poi – una volta incassata a stretto giro la risposta russa: “è un ulteriore passo verso l’apocalisse nucleare” – affidare al ministro degli esteri Cleverley il compito di minimizzare “sono munizioni puramente convenzionali”. Il che è manifestamente falso.

A meno che per convenzionali non si voglia intendere in uso da decenni da parte degli umanisti della Nato, il che è invece vero.

Alcuni anni fa i redattori di questo blog (non i più giovani, ma quelli “diversamente giovani”) hanno curato la traduzione italiana della prima e più importante denuncia dell’uso massiccio dell’uranio impoverito contro la popolazione irachena nella prima guerra all’Iraq (almeno 400 tonnellate) proveniente dagli Stati Uniti, opera dell’International Action Center.

A suo tempo (il tempo della guerra alla “piccola Jugoslavia”) il libro uscì a cura del Centro di Documentazione sul Movimento Operaio “Wilhelm Wolff” di Marghera, e le due edizioni andarono presto esaurite. Tuttavia, chi sia interessato/a a riceverne una fotocopia, può scrivere a com.internazionalista@gmail.com (il costo è di 15 euro).

Introduzione a “Il metallo del disonore: l’uranio impoverito”

Questo è un libro importante, da conoscere e far conoscere.

Esso contiene la denuncia documentata, scientifica, militante della guerra condotta con armi all’uranio impoverito: il nuovo tipo di guerra totale che il Pentagono, la Nato, l’Occidente tutto hanno inaugurato 30 anni fa, sperimentandola sulle carni del popolo iracheno, ed hanno poi gloriosamente replicato in Bosnia, in Kosovo ed in Serbia contro i popoli jugoslavi.

Parliamo di guerra totale perché le armi all’uranio impoverito (dai missili ai proiettili d'artiglieria d’ogni calibro), oltre a seminare la morte immediata con più efficacia delle armi convenzionali tradizionali, hanno anche il “pregio” di seminare, tra le popolazioni prese a bersaglio, la morte lenta, differita nel tempo.

Tumori di ogni genere (ai polmoni, al cervello, alla pelle, ai bronchi, alla vescica, allo stomaco, al seno), leucemia, abbattimento permanente di tutte le difese immunitarie (un effetto simile a quello che provoca l’Aids): ecco che cosa sono in grado di produrre le armi all’uranio impoverito, capaci contemporaneamente di devastare l’esistenza delle future generazioni con l’enorme aumento di terribili alterazioni congenite nei nuovi nati, ed un altrettanto micidiale caduta della fertilità e della funzionalità sessuale.

E non è finita. Infatti, i bombardamenti all’uranio impoverito hanno un altro gravissimo effetto letale: contaminare per milioni e milioni di anni (arrestatevi per un istante a riflettere su questo ‘particolare’ tempo) la terra, l’acqua, l’intero ambiente naturale dell’uomo. Si tratta, insomma, della perfetta fusione tra la guerra nucleare, chimica e biologica, alla faccia dell’infinità di convenzioni e risoluzioni internazionali che “mettono al bando” le armi di distruzione di massa.

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