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12/10/2023

L’orrore di Kfar Aza. Una manipolazione della realtà per legittimare nuovi orrori?

Nel kibbutz di Kfar Aza sono stati trovati molti coloni e civili morti, uccisi dall’incursione dei combattenti palestinesi. Tra questi – in modo del tutto inaccettabile per chiunque – ci sarebbero anche dei bambini, le sole e uniche vittime innocenti, sempre. Nessuna ragione al mondo può infatti giustificare l’uccisione intenzionale di minori.

Ma la notizia che ci fossero dei bambini decapitati è stata ampiamente diffusa come certa dai mass media occidentali, alzando così una soglia dell’orrore mediatico utile a legittimare anticipatamente ogni tipo di rappresaglia da parte israeliana.

Non a caso nessun media mainstream ha trovato nulla da obiettare alla notizia che gli attacchi israeliani hanno distrutto a Gaza la casa della cosiddetta “mente degli attacchi di Hamas”, Mohammed Deif, uccidendo però il fratello e membri della sua famiglia, compresi il figlio e la nipote. E lui, come prevedibile in una situazione del genere, neanche c’era...

Ma non basta.

Ora stanno venendo fuori delle sostanziali rettifiche da parte dei giornalisti internazionali invitati e scortati dai soldati israeliani dentro il kibbutz, mentre il comandante spiegava alle tv che non sarebbero state diffuse immagini della strage, perché troppo scioccanti, ma alcuni dei giornalisti avrebbero visto con i loro occhi.

Emerge infatti che nessun giornalista conferma di aver visto “bambini decapitati”.

Dalla nostra postazione non possiamo ovviamente decidere se quel “macabro dettaglio” – le decapitazioni – nella strage sia avvenuto veramente oppure no. Dopo decenni di massacri nulla può essere escluso senza prove.

Ma se questa notizia è stata data esclusivamente dai soldati israeliani, e non ci saranno altre conferme, è possibilissimo – anche questo è abituale, in una guerra che per le popolazioni occidentali è soprattutto un evento mediatico – che sia magari l’ennesima manipolazione della propaganda di guerra.

Qui di seguito le corrispondenza e le testimonianze dei giornalisti e la smentita diffusa da uno di loro.

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La corrispondenza di Samuel Forey su Le Monde, relativa ai morti trovati nel kibbutz di Kfar Aza e la smentita sui bambini decapitati.
L’esercito israeliano ha ripreso il controllo del territorio invaso dal movimento islamista martedì. In diversi kibbutz, i combattenti di Hamas hanno lasciato dietro di sé scene di carneficina.

Nel kibbutz di Kfar Aza, l’odore di cadaveri e di bruciato si mescola a quello dell’erba fresca e dei cipressi. La morte ha invaso questa piccola comunità di case basse e giardini ordinati nel modo più violento, diffondendosi nei cortili e nei frutteti, nelle terrazze, nelle camere da letto e negli angoli più remoti.

Sotto lo sguardo dei giornalisti della stampa internazionale invitati dall’esercito israeliano il 10 ottobre, i soldati hanno controllato le case una per una, alla ricerca di nemici trincerati, mine artigianali o granate esplose, di possibili sopravvissuti ma, più spesso, delle vittime dell’attacco del 7 ottobre, destinato a diventare una data chiave nella storia di Israele e dell’ebraismo: il giorno in cui Hamas ha fatto più vittime – 1.200 morti, secondo un nuovo conteggio – che durante la seconda intifada (2000-2005). Il giorno del peggior massacro di ebrei dopo la Shoah.

“Raccogliamo i corpi e li mettiamo in sacchi. I terroristi hanno ucciso chi non hanno rapito o chi non è fuggito. Non ci sono sopravvissuti. È un incubo”, dice un riservista appena mobilitato, con gli occhi che esitano tra lo shock e la tristezza: un uomo, ucciso con due bambini, è stato appena scoperto. Altre tre vittime per una città che la settimana scorsa contava 700 abitanti. Non è ancora stato fatto il conto.
Questo il tweet di Samuel Forey che smentisce di aver parlato di “bambini decapitati” a Kfar Aza
@SamForey

Mise au point : j’étais hier à Kfar Aza. Personne ne m’a parlé de décapitations, encore moins d’enfants décapités, encore moins de 40 enfants décapités.

“Chiarimento: ieri sono stato a Kfar Aza. Nessuno mi ha parlato di decapitazioni, tanto meno di bambini decapitati, tanto meno di 40 bambini decapitati”
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Questa è la corrispondenza di Sam Mc Neil, dell’Associated Press, da Kfar Aza. Anche qui non si parla di “bambini decapitati”.
“Kfar Azza, circondato da fattorie e a pochi minuti lungo una strada di campagna dalla recinzione pesantemente fortificata che Israele ha eretto intorno a Gaza, è una delle più di 20 città e villaggi attaccati dai combattenti palestinesi all’inizio di sabato. Prima dell’attacco, il kibbutz, il cui nome significa “villaggio di Gaza” in inglese, era un luogo modestamente prospero con una scuola, una sinagoga e una popolazione di oltre 700 abitanti.

Camminare attraverso ciò che ne rimane fornisce prove agghiaccianti della sua distruzione.

Sul perimetro della città, il cancello che una volta proteggeva i residenti era stato aperto. All’interno dell’insediamento, le porte di molte case erano state spazzate via dai loro cardini da parte dei militanti usando granate a razzo. In tutta la città, le mura e le auto sono piene di fori di proiettile, tracciando un percorso di violenza che continua all’interno verso le camere da letto con materassi spalti di sangue, stanze sicure che non potevano resistere all’attacco, nemmeno i bagni.

Quando i giornalisti sono stati scortati in città martedì, i soccorritori avevano già rimosso i corpi della maggior parte degli abitanti del villaggio uccisi nell’attacco. Ma i giornalisti hanno visto mentre gli equipaggi portavano diversi altri sacchi contenenti corpi a un camion e poi molto di fronte alla sinagoga di Kfar Azza, dove i lavoratori hanno attaccato i cartellini.

Un giornalista dell’AP ha visto i corpi di circa 20 militanti, molti dei quali sfigurati. Centinaia di soldati israeliani, in elmetti e corazzati, hanno pattugliato la città martedì, mentre i suoni delle esplosioni e degli spari echeggiavano in lontananza.

Veruv, congedato dall’esercito da otto anni prima di essere richiamato sabato, ha detto che la scena era diversa da qualsiasi cosa avesse mai visto, anche in un paese in cui sono frequenti violenti scontri con Hamas e altri gruppi militanti. Un portavoce militare, Maj. Doron Spielman, ha accettato, confrontando il pedaggio a Kfar Azza e i villaggi vicini che ha visitato con le scene a cui ha assistito come newyorkese dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001”.
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Questo è un passaggio decisivo dell’articolo del giornale britannico Daily Mail sui morti a Kfar Aza. Non sono i giornalisti, ma i soldati israeliani a fornire la versione sui “bambini decapitati”.
“Fuori dalle case distrutte, i soldati hanno detto alla corrispondente di i24News Nicole Zedek di aver visto i corpi dei bambini accanto alle loro culle, le loro teste tagliate, un segno degli atti depravati commessi dai terroristi da quando hanno attaccato Israele sabato.

Ben 40 bambini e bambini piccoli sono stati uccisi, i soldati dell’IDF hanno detto a i24News dopo averli portati sulla scena dell’atrocità. Le immagini strazianti della scena mostrano una culla di un bambino coperto di sangue, il suo piccolo vestito insanguinato accanto ad esso”.
Da queste testimonianze si rileva che, pur non potendo escluderlo in assoluto, nessun giornalista, finora, ha visto bambini decapitati.

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Ultim’ora. M.O.: Tsahal non conferma “bambini decapitati” da Hamas
(AGI) – Roma, 11 ott. – L’esercito israeliano non ha informazioni che confermino il fatto che Hamas abbia decapitato bambini: lo ha detto un portavoce dell’esercito israeliano all’agenzia turca Anadolou.

Secondo fonti giornalistiche israeliane, le brigate al-Qassam, braccio armato del movimento islamico che governa Gaza, “hanno decapitato alcuni israeliani” durante l’attacco compiuto sabato mattina e partito da Gaza. L’agenzia di stampa turca ha dunque chiesto conto all’esercito israeliano della notizia e una portavoce ha risposto: “Abbiamo visto la notizia, ma non abbiamo alcun dettaglio o conferma su questo“.

È stato il canale televisivo i24NEWS, citando i soccorritori dell’organizzazione Zaka, a sostenere che nel kibbutz Kfar Aza, assalito nelle prime ore di sabato, sono stati trovati i cadaveri di circa 200 israeliani, tra cui circa 40 bambini, alcuni con la testa mozzata.

Zaka è un’organizzazione di volontari che collabora nell’identificazione delle vittime di terrorismo per garantire una sepoltura secondo i dettami religiosi ebraici. (AGI)
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Il giornalista e fotografo israeliano di +972 Magazine Oren Ziv ha scritto su X: “Ricevo molte domande sulle notizie sui ‘bambini decapitati da Hamas’ che sono state pubblicate dopo il tour mediatico nel villaggio. Durante il tour non abbiamo visto alcuna prova di ciò, né il portavoce dell’esercito o i comandanti inoltre ha menzionato tali fatti”.

Ziv ha poi proseguito: “Durante il giro, i giornalisti hanno potuto parlare con le centinaia di soldati sul posto, senza la supervisione del team di portavoce dell’esercito. La giornalista di I24 ha detto di averlo sentito ‘dai soldati’. I soldati con cui ho parlato ieri a Kfar Aza non hanno menzionato ‘bambini decapitati’. Il portavoce dell’esercito ha dichiarato: ‘Non possiamo confermare a questo punto... siamo consapevoli degli atti atroci di cui Hamas è capace’. Ciò non significa che non siano stati commessi crimini di guerra. La scena a Kfar Aza era orribile, con dozzine di corpi di israeliani assassinati nelle loro case”.

Ha poi concluso: “Purtroppo, Israele ora utilizzerà queste false affermazioni per intensificare il bombardamento di Gaza, e per giustificare lì i suoi crimini di guerra”.

Fonte

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