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11/07/2025

Verso la notte nucleare, “volenterosamente”

Un deciso passo avanti verso la guerra mondiale, ma blaterando di “pace”. Il vertice tra Emmanuel Macron e Keir Starmer ha partorito il mostro che era in incubazione da molti mesi, ma che non usciva allo scoperto perché senza la collaborazione dominante degli Stati Uniti non sembrava avere nessuna chance vitale.

L’idea di fondo è sempre la stessa, nella sua nuda follia: inviare “truppe europee” in Ucraina. E siccome finché si combatte e bombarda si fa fatica persino a pensarlo possibile, ecco che si dice apertamente: non appena ci sarà un cessate il fuoco.

Non ci vuole un novello Rommel per intuire che se pretendi un cessate il fuoco per “iniettare” truppe occidentali in sostegno/sostituzione di quelle ucraine, ormai con serissimi e dichiarati problemi di arruolamento, puoi star sicuro che quel cessate il fuoco verrà sempre rinviato alle calende greche.

Perché, infatti, la Russia dovrebbe facilitare una “soluzione” così negativa per i propri interessi? In fondo è dichiarato fin dall’inizio che l’invasione dell’Ucraina aveva come obiettivo proprio quello di evitare una sua integrazione di fatto nello schema militare della NATO...

Il diavolo sta comunque nei dettagli. Finché gli Usa tacciono, o addirittura puntano a una “pace” con Mosca, non c’è alcuna possibilità che questo invio di truppe coinvolga l’Alleanza atlantica impegnandola tutta (in base al famoso art. 5) nella guerra contro la Russia nel caso di scontro diretto con le truppe di uno o più paesi NATO.

Ma Londra e Parigi hanno deciso di portarsi avanti con il lavoro, puntando su qualche evento per ora imprevedibile che possa creare il “casus” adatto a smuovere Trump e il suo clan.

Il piano esposto è abbastanza dettagliato da apparire “serio”, anche se non credibile. Dimostra insomma la “determinazione” acefala degli anglo-francesi, pur nella manifesta impossibilità di raggiungere autonomamente un qualsiasi risultato positivo.

Prevede infatti che il quartier generale della Coalizione sarà stabilito a Parigi, ma ruoterà ogni 12 mesi con Londra. Una seconda base sarà attivata direttamente a Kiev, sotto guida britannica.

Tre i pilastri su cui regge. La “rigenerazione” dell’esercito di Kiev, con l’invio di addestratori, consulenti militari, armamenti e supporto logistico. Manca notoriamente la “materia prima”, ovvero fasce di popolazione arruolabile ex novo, ma il particolare non sembra preoccupare granché i “pianisti” anglofrancesi... 

Il secondo riguarda il controllo dello spazio aereo, che si vorrebbe assicurare mandando i caccia dei “paesi volenterosi” negli stati confinanti (Polonia e Romania, non certo in Ungheria e Slovacchia, decisamente contrarie).

Infine il controllo navale del Mar Nero, dove Turchia, Romania e Bulgaria dovrebbero attivarsi per sminare le acque e assicurare il transito delle navi commerciali.

Come si vede, basta un piccolo “incidente” in uno qualsiasi dei tre ambiti per creare lo scontro diretto tra forze di paesi NATO e Russia.

Peggio ancora. Parigi e Londra hanno deciso di integrare i propri arsenali nucleari riclassificandoli come “deterrenza comune” nei confronti di Mosca. Per quanto ridicolmente inferiori – per quantità e qualità – agitare comunque la minaccia di testate atomiche nei confronti della Russia non sembra il modo migliore di avvicinare la “pace”. Semmai l’opposto…

Non è la prima volta che una guerra viene preparata a colpi di forzature, gesti unilaterali, sottovalutazione del nemico, sopravvalutazione delle proprie forze, ecc. Mai, però, i soggetti promotori dell'“escalation” sono apparsi così irrazionali e oltre i limiti del ridicolo.

Se è da questo che bisogna misurare la gravità della crisi del capitalismo occidentale, stanno/stiamo messi veramente male... 

“E nel caso in cui non ci vediamo, buon pomeriggio, buona sera e buona notte!”

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