Il 6 febbraio, a meno di tre mesi dall’acquisizione del ramo manutenzione di Alitalia, Atitech ha aperto le procedure di Cigs per ristrutturazione. Stiamo parlando della maggiore azienda di manutenzione aeronautica italiana, con sede a Napoli, che ha rilevato il ramo manutenzione di Alitalia assumendo circa 700 dipendenti, e acquisendo anche tutti gli asset produttivi dell’aeroporto di Fiumicino di questo settore come hangar, officine, etc .
USB durante la trattativa di cessione ha posto con forza la richiesta di conoscere e far emergere la questione degli assetti industriali, del piano di rilancio, dell’equilibrio nel sistema dei due siti di Roma e Napoli, senza però avere risposte né chiarezza su questi aspetti. Per tali motivi non ha sottoscritto gli accordi, unitamente al pessimo risultato di assunzioni insufficienti ed ingiustificate che hanno tagliato fuori circa 200 lavoratori.
Se l’obiettivo dichiarato da Atitech era quello di creare un grande polo nazionale di lavorazioni, siamo totalmente fuori strada. Il 1° novembre è iniziata l’attività ed ecco, dopo soli tre mesi una riorganizzazione che scarica i costi dell’operazione di acquisizione sullo Stato. Se questo è il primo risultato industriale dato dalla divisione e dalla cessione in tre rami di Alitalia dobbiamo tremare.
Ora è la volta dei lavoratori assunti da Atitech, che appena assunti entreranno in cassa a rotazione, nubi nere all’orizzonte per i dipendenti ITA di cui non si chiariscono i contorni della privatizzazione ed il piano industriale chiesto da Lufthansa. Infatti sembra che sia stato ritardato l’arrivo degli aeromobili A220 e non c’è chiarezza sulle assunzioni promesse dall’AD Lazzerini e si parla solo di salari, che erano stati accettati in accordi capestro.
Il management di Atitech insegna ancora una volta come comprare un’azienda sostenendosi con i soldi pubblici e come sostenere il costo di stipendi con il contributo del sostegno al reddito. Un sistema che evidentemente funziona nel silenzio generale ma che ha dell’incredibile.
Sono migliaia i lavoratori lasciati fuori dal reclutamento da ITA, da Swissport e dalla stessa Atitech.
Questo è il risultato della dissoluzione e della privatizzazione di una compagnia aerea, Alitalia Sai in A.S., con il beneplacito delle organizzazioni sindacali che senza mezzi termini stanno abbandonando il personale escluso.
È arrivato il momento di dire no a tutto questo, la prima risposta che serve è una mobilitazione unitaria per il futuro dei lavoratori e gli interessi dei cittadini.
USB invita i lavoratori di Alitalia, ITA, Swissport, Atitech ad unirsi al presidio il 16 febbraio a Roma in piazza Santi Apostoli dalle ore 10.
USB Lavoro Privato – Trasporto Aereo
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