I discorsi tenuti ieri in successione temporanea dal presidente russo Vladimir Putin e dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e poi la visita dell’inviato cinese a Mosca in preparazione di quella del presidente cinese Xi Jinping, “hanno definitivamente alzato il velo su un conflitto da cui dipenderà la tenuta o il superamento dell’ordine globale a guida statunitense”.
A scriverlo è il quotidiano statunitense Wall Street Journal, secondo cui le tre potenze si stanno preparando a un conflitto di lungo termine in Ucraina e nell’Indo-Pacifico.
La decisione del presidente Putin di sospendere il trattato Nuovo Start sulle armi nucleari strategiche, secondo il giornale della finanza statunitense segna il tramonto “delle ultime vestigia dell’architettura di sicurezza che per decenni ha aiutato a mantenere la pace nei rapporti tra grandi potenze”.
Segnali analoghi, secondo il Wall Street Journal, vengono dalla promessa di Biden di un sostegno militare incondizionato all’Ucraina, dalle accuse rivolte dal capo della diplomazia cinese Wang Yi agli Stati Uniti per la vicenda del presunto pallone spia cinese abbattuto dagli Usa, e dalla sua proposta di un vertice bilaterale tra i capi di Stato di Russia e Cina.
Il blocco euroatlantico ormai parla di una doppia sfida dovuta all’ascesa strategica cinese e a una “Russia revanscista, decisa a rinegoziare i termini della fine della Guerra fredda”. Entrambi i Paesi “sono accomunati dall’interesse a indebolire il dominio Usa sull’ordine globale, che ritengono probabilmente rafforzato dall’unità occidentale a sostegno dell’Ucraina”.
Per il Wall Street Journal, però, un asse strategico tra Russia e Cina pone rischi per quest’ultima, perché “costringerebbe probabilmente i Paesi europei (…) a muovere più decisamente verso l’orbita di Washington e a rinunciare alla cooperazione economica con Pechino”. Se ciò accadesse, “la competizione geopolitica tra l’Occidente (assieme a Giappone e Corea del Sud) e l’asse tra Mosca e Pechino si solidificherebbero”.
Secondo il quotidiano statunitense non è ancora certo che la Cina decida di spostare il proprio peso militare a sostegno della Russia in Ucraina, e l’Europa spera anzi che “la proposta di pace anticipata in questi giorni dal governo cinese possa spingere Mosca a riconsiderare i propri calcoli strategici”.
Si delineano intanto i dettagli della collaborazione tra Russia e Cina. Oggi a Mosca si sta tenendo l’incontro tra il ministro degli Esteri russo Lavorv e l’inviato cinese Wan Yi. “Le relazioni tra Cina e Russia sono solide come una roccia e le parti intendono collaborare per difendere i rispettivi interessi e promuovere una cooperazione vantaggiosa a tutto campo”. Lo ha dichiarato il direttore della commissione Affari esteri del Comitato centrale del Partito comunista cinese, Wang Yi, al termine dell’incontro tenuto ieri con il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolaj Patrushev, nell’ambito della sua visita a Mosca.
Quasi venti anni fa, fu dato alle stampe il libro “Clash. Scontro tra potenze” (Jaca Book) curato da James Petras, Mauro Casadio, Luciano Vasapollo, tre studiosi militanti marxisti che – in una decisa contro-narrazione sulla globalizzazione – indicavano chiaramente il prevalere della competizione e la tendenza allo scontro tra i maggiori poli economici e geopolitici a livello internazionale.
Oggi quella tendenza è diventata realtà e tutte le forze reali agenti in essa non potranno che tenerne conto per orientare la propria azione, le priorità e la direzione sulla quale agire.
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