Un morto e un ferito: si è concluso così l’inseguimento di due uomini, che secondo la polizia turca erano stati visti allontanarsi di corsa dopo l’attacco a una sede della polizia, ad Ankara.
Gli attentatori hanno sparato tre razzi contro l’edificio nel quartiere di Dikmen la sera del 20 settembre: uno non è esploso, mentre gli altri due hanno colpito altrettante sale riunioni provocando danni ma nessuna vittima. A quel punto la polizia ha scatenato una vera e propria caccia all’uomo, anche con l’aiuto delle unità cinofile, blindando interi quartieri della capitale turca. Secondo la versione ufficiale i due sarebbero stati individuati dopo qualche tempo e ne sarebbe nato un conflitto a fuoco con gli agenti di polizia. Uno dei fuggitivi - Karatas Muharram - è morto, mentre l’altro - Serdar Polat - è rimasto ferito e dopo una breve fuga è stato catturato nei pressi del campus della Odtu, l’Università Tecnica del Medio Oriente dove da settimane è in corso una dura protesta di studenti e attivisti di sinistra contro l’abbattimento di 3000 alberi per far posto ad una autostrada.
L’attacco alla stazione di polizia non è stato rivendicato, ma da subito media e polizia, quando ancora non era neanche nota l’identità degli attentatori, hanno puntato l’indice contro il gruppo di estrema destra Dhkp-C, il Partito/Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo. Per le caratteristiche dell’attacco, si è detto, visto che il gruppo ha rivendicato in passato atti simili contro obiettivi governativi come il Ministero della Giustizia e gli uffici del primo ministro Erdogan all’interno della sede nazionale del partito Akp a marzo, o un attacco suicida contro l’ambasciata degli Stati Uniti a febbraio. Il quartiere di Dikmen è oggetto di contestatissimi progetti di speculazione edilizia e gentrificazione che hanno causato spesso scontri tra la popolazione locale e la polizia. A parte il conflitto sulla realizzazione di un’autostrada che nei piani del governo dovrebbe distruggere un folto bosco che circonda l’Università Tecnica del Medio Oriente, nella zona di Tuzluçayır, abitata per lo più da aleviti, le autorità vogliono imporre la costruzione di una moschea sunnita.
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