L'Italia ufficialmente si tiene a distanza dalla guerra civile siriana e
dalle conseguenze che questa ha creato e potrebbe creare nel resto
della regione. Dietro le quinte invece il nostro paese è già in campo
militarmente.
Il sito Analisidifesa.it scrive che dopo l'invio del cacciatorpediniere "Andrea Doria" nel
Mediterraneo orientale - ufficialmente a tutela dei soldati italiani
dell'Unifil (Onu) che opera in Libano del sud - l'Italia potrebbe
"incrementare presto il suo coinvolgimento militare nella crisi siriana
pur limitandosi a schierare assetti difensivi, senza partecipare ad
azioni contro il territorio siriano".
A fine settembre, prosegue il sito, il governo italiano dovrebbe
"varare una nuova missione con il rischieramento a difesa della capitale
giordana Amman di due batterie di missili antimissile Aster 30, del 4° reggimento artiglieria contraerea 'Peschiera' di Mantova". "Fonti bene informate" citate da Analisidifesa.it, dicono che la missione attende il via libera definitivo.
A quanto pare prosegue la spesa per le Forze Armate italiane
"all'estero" nonostante i tagli imposti dalle ristrettezze finanziarie e
i tanti italiani che invocano la fine delle missioni, cosiddette "di
pace", dei nostri militari.
L'Esercito - aggiunge Analisidifesa.it - ha stanziato ingenti
fondi per approntare le batterie e perfezionare l'addestramento del 4/o
reggimento che ha acquisito gli Aster 30 in anticipo sui tempi previsti per completare la propria
capacità operativa. Attività culminate nel marzo scorso quando militari
francesi e italiani si addestrarono congiuntamente lanciando una serie
di missili Aster-30 presso il Centro Sperimentazioni Missilistiche di
Biscarrosse, in Francia.
Secondo il sito se la missione a protezione della Giordania dovesse
effettivamente concretizzarsi, "si può ipotizzare l'impegno nei dintorni
di Amman di almeno 200 militari italiani tra artiglieri, unità
logistiche e forze di sicurezza quanto mai necessarie in un'area che
potrebbe diventare zona di guerra da un momento all'altro".
I missili Aster-30 sono concepiti per intercettare bersagli aerei in
un raggio di 100 chilometri e missili balistici a corto raggio (come
quelli siriani), missili da crociera e aerei. L'intero programma ha un costo previsto per l'Italia di 1,7 miliardi di euro.
Dall'autunno scorso batterie di missili antimissile Patriot forniti
da Stati Uniti, Olanda e Germania sono stati dispiegati, su richiesta di
Ankara, lungo il confine tra Siria e Turchia. Due batterie di Patriot
americani sono state trasferite in aprile da Kuwait e Qatar in
Giordania.
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