Guerra rinviata. Obama fa un passo indietro e approfitta della proposta
russa per evitare un conflitto che il mondo non ha mai accettato. Ieri
nel discorso alla Nazione, in 17 minuti il presidente ha spiegato
agli americani perché non attaccherà ora: "Lavoreremo con la Russia e la
Cina ad una risoluzione Onu, perché la Siria mantenga la promessa di
consegnare le armi chimiche".
L'opinione pubblica americana ha ben accolto, secondo sondaggi della
CNN, il passo indietro di Obama. Che però potrebbe indebolirne la figura
a livello internazionale: a salire per ora all'onore delle cronache è
la Russia che si presenta come l'unica in grado di sventare un conflitto
regionale. Obama, da parte sua, accantona l'opzione della forza,
mettendo da parte esercito, bombardamenti aerei e missili, il cosiddetto
attacco "limitato" che sarebbe dovuto partire in questi giorni. Senza
però stracciarne del tutto la prospettiva: un attacco ci sarà se la diplomazia non sarà in grado di negoziare una soluzione politica.
Rinviata anche la presentazione della mozione al Congresso, la palla
passa alle Nazioni Unite e al tentativo russo: "È troppo presto per dire
se l'offerta avrà successo - ha detto ieri Obama - e ogni accordo dovrà
verificare che il regime di Assad rispetta gli impegni. Ma questa
iniziativa ha il potenziale di rimuovere la minaccia delle armi chimiche
senza l'uso della forza, anche perché la Russia è una delle più strette
alleate di Assad".
Damasco ha ieri accettato la proposta di Mosca: consegnare le armi
chimiche in suo possesso alla comunità internazionale per evitare una
guerra. Un atto di buona volontà che secondo alcuni è la prova che
Bashar al-Assad nasconde tra i suoi arsenali armi chimiche. Ma che non
scioglie i dubbi intorno al loro utilizzo a Ghouta, il 21 aprile
scorso, né in precedenza: più volte Mosca - insieme a molti osservatori
internazionali - si è detta scettica su tale possibilità, ritenendo
folle da parte di Assad bombardare con i gas la sua stessa popolazione
civile con la comunità internazionale che spiava dalla finestra.
Intanto, a bilanciare la Russia e il suo rinnovato potere diplomatico,
interviene la Francia, unico Paese europeo a schierarsi senza esitazioni
a fianco di Obama: Parigi presenterà al Consiglio di Sicurezza Onu
una bozza di risoluzione con la quale chiede che la Siria rilasci una
dichiarazione completa sul proprio arsenale chimico entro due settimane
(magazzini, quantità, tipi) e apra le porte ad una nuova missione Onu.
Nel caso in cui Assad non accetti, la Francia torna a parlare di
intervento armato, secondo il Capitolo VII del regolamento Onu.
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