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15/03/2023

Drone statunitense precipitato nel Mar Nero. Scambio di accuse tra Usa e Russia

Il drone militare statunitense MQ-9 Reaper precipitato ieri nel Mar Nero non è stato attivamente abbattuto, ma ha subito danni a causa di una manovra “pericolosa e non professionale” da parte di velivoli da combattimento russi. È questa la versione sull’incidente diffusa dal generale James B. Hecker, comandante delle Forze aeree statunitensi in Europa e Africa.

Secondo l’alto ufficiale USA, il drone è stato intercettato da due caccia Su-27 russi, come già accaduto in più occasioni sul Mar Nero nei mesi scorsi. Ieri, però, uno dei caccia avrebbe scaricato carburante contro il drone e ne avrebbe urtato l’elica, causandone lo schianto. “Il nostro velivolo MQ-9 stava effettuando operazioni di routine nello spazio aereo internazionale, quando è stato intercettato e urtato da un aereo russo, che ha causato lo schianto e la perdita completa dell’MQ-9”, ha dichiarato Hecker, aggiungendo che “questa manovra pericolosa e non professionale da parte dei russi ha anzi quasi causato lo schianto di entrambi i velivoli”.

A quel punto gli Stati Uniti, pilotandolo in remoto, hanno deciso di farlo precipitare in acque internazionali.

Il Pentagono ha promesso di pubblicare un video dell’incidente tra il Su-27 russo e l’MQ-9 Reaper americano. Lo ha annunciato in un briefing il portavoce del Pentagono Patrick Ryder. Secondo il portavoce, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sta lavorando alla declassificazione delle immagini relative alla collisione tra il caccia russo e l'UAV americano nel cielo del Mar Nero.

Quanto accaduto rappresenta il primo contatto fisico diretto tra velivoli militari statunitensi e russi dall’inizio del conflitto in Ucraina.

Risulta ancora ignoto lo scalo aereo da cui è decollato il drone precipitato. Un osservatore attento come Antonio Mazzeo ricorda che i “Reaper” della US Air Force operano da anni dalla base siciliana di Sigonella e anche dall’aeroporto militare di Larissa (Grecia). Dal gennaio 2021 uno di questi droni USA è stato trasferito anche nella base aerea di Câmpia Turzii, Romania.

Gli Stati Uniti hanno convocato l’ambasciatore russo a Washington dopo il fatto.

L’ambasciatore russo Anatoly Antonov ha definito però inaccettabili le attività militari statunitensi nelle immediate vicinanze dei confini russi. “L’attività inaccettabile delle forze armate statunitensi nelle immediate vicinanze dei nostri confini è fonte di preoccupazione. Siamo ben consapevoli dello scopo per cui vengono utilizzati tali veicoli da ricognizione e attacco senza equipaggio”, ha dichiarato il capo della missione diplomatica russa.

I droni americani, ha sottolineato l’ambasciatore, raccolgono informazioni di intelligence, che poi Kiev utilizza per colpire la Russia. Secondo Antonov, Mosca si aspetta che gli Stati Uniti “interrompano i voli vicino ai confini russi”.

Secondo il ministero della Difesa russo, nella mattinata del 14 marzo, un drone MQ-9 con transponder spenti ha violato i confini dell’area del regime temporaneo per l’uso dello spazio aereo sul Mar Nero. L’UAV si stava muovendo verso il confine russo e gli aerei da combattimento sono decollati per identificare l’intruso.

A seguito dell’incidente, che ha provocato lo schianto del drone, l’ambasciatore statunitense a Mosca ha consegnato un “messaggio molto forte” al ministero degli Esteri russo, e le autorità Usa hanno aggiornato la Nato sulla situazione.

Nel frattempo Washington sta cercando di impedire che il drone statunitense schiantatosi sul Mar Nero “cada nelle mani sbagliate”, ha detto alla CNN il coordinatore delle comunicazioni strategiche della Casa Bianca John Kirby. “Gli Stati Uniti hanno adottato misure per proteggere la nostra proprietà in relazione a questo particolare drone. Ovviamente non vogliamo che lo prenda nessuno tranne noi”, ha detto il funzionario.

L’MQ-9 Reaper è un drone pilotato in remoto, con un raggio d’azione di 1800 chilometri. Costa 56 milioni di dollari. È dotato di un motore turboelica e può sviluppare una velocità di 480 chilometri all’ora. La durata massima del volo è di 28 ore. Il drone è in grado di trasportare missili aria-superficie, aria-aria e bombe a guida laser.

Una volta finito in mare, il drone Usa non è stato recuperato. Il Pentagono ha confermato in serata che i resti del velivolo sono ancora in mare ma aveva escluso che li avessero potuti prendere i russi. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, in visita in California, è stato subito informato ma non ha risposto alle domande dei giornalisti sulla vicenda. Sul luogo della caduta del drone statunitense, la Flotta russa del Mar Nero ha organizzato la ricerca e il recupero dei frammenti. Anche un elicottero della Flotta del Mar Nero della Federazione Russa è stato coinvolto nella ricerca del relitto.

Secondo alcuni osservatori la sensazione delle prime ore, dopo che è stato reso noto lo scontro tra i velivoli, è che né gli Stati Uniti né la Russia intendano fare dell’accaduto un pretesto per una reciproca escalation.

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