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25/03/2023

Guerra in ucraina - “A bombardare la centrale di Zaporzizhia sono gli ucraini”

Intervista a Davide Cacchione, Banda-Bassotti. Una delegazione della Carovana Antifascista è tornata dal Donbass. Ci erano stati anche un anno fa e la delegazione, nonostante i bombardamenti, è tornata a visitare le strutture alle quali da anni porta la propria solidarietà, spesso sono zone di “prima linea”. Abbiamo chiesto a Davide Cacchione, della Banda Bassotti, uno degli animatori della Carovana e autore del libro “Piovono bombe, una settimana in Donbass” di resocontarci questo ultimo viaggio.

Allora Davide, siete rientrati da una nuova missione in Donbass. Come avete trovato la situazione nelle strutture ospedaliere e per l’infanzia che sostenete con la vostra campagna?

Gli orfanotrofi che abbiamo visitato questa volta erano 3, a Gorlovka, a Stakhanov e a Melitopol. Poi abbiamo visitato un Istituto per bambini e ragazzi con problematiche psichiatriche a Shajtyorsk. L’orfanatrofio di Gorlovka e l’Istituto per ragazzi con problemi a Shaityorsk li conosciamo da anni. Li abbiamo già aiutati in passato. Sono strutture che purtroppo vivono costantemente sotto il pericolo di essere bombardati. Motivo per cui l’orfanatrofio di Gorlovka, già dallo scorso anno è senza bambini, ma ha trovato la maniera di continuare a lavorare

Il personale scolastico segue a distanza 31 bambini. Ha collegamenti quotidiani online, incontra i genitori e visita i bambini nelle case. I bambini della struttura sono quasi tutti in città da parenti. Qualcuno è in Russia da parenti, ma in contatto con il personale scolastico. Gorlovka ha il triste primato di essere la cittadina con più bambini uccisi dal 2014. Un paio di monumenti in questa piccola cittadina ricordano a tutti le bombe ucraine arrivate qui dal 2014

L’altra struttura che già conoscevamo era a Shajtyorsk. Struttura in stile sovietico composta da cinque strutture. Molto grande, con molto personale sanitario a lavorare. C’è una grande mensa, un ambulatorio, sale per studio e per giocare. Qui vivono bambini con gravi problemi psichiatrici. Ragazzi grandi ma anche piccoli. Alcuni sono orfani. Visto le problematiche dei bambini e dei ragazzi c’è molto personale a lavorare. Dalla nostra visita precedente abbiamo trovato molti mobili nuovi e giochi nuovi. L’aiuto che avevamo lasciato nella nostra visita precedente è stato utile. La Direttrice, le insegnanti ci hanno fatto vedere come è la situazione attuale. Ci siamo stati pochi giorni prima dell’8 marzo, così i ragazzi hanno preparato per noi uno spettacolo dove si sono esibiti. Un tuffo al cuore uscire da lì, passare indenni da questi posti è impossibile.

Nelle strutture scolastiche che visitiamo c’è sempre qualche cartello che ricorda a tutti di non raccogliere oggetti dal giardino. La guerra qui semina anche mine nei giardini pubblici e nei giardini delle scuole. Le moderne bombe ucraine sganciano anche piccole mine. Le famose Lepestock. Che si mimetizzano benissimo nei parchi e nei giardini pubblici. Sono verdi. Si mimetizzano nei giardini dove giocano i piccoli.

Gli altri due orfanotrofi che abbiamo visitato erano a Stakhanov e a Melitopol. Entrambi tenuti molto bene come gli altri. A Stakhanov i bambini non c’erano. Tenere tutti i bambini in un posto per 8 ore consecutive dove possono arrivare le bombe è impensabile. Stakhanov è da sempre una cittadina colpita quasi quotidianamente dalle bombe ucraine. Per questo motivo anche qui si effettuano lezioni online, contatti continui con i genitori. Ogni tanto qualche bambino passa ad incontrare i maestri, oppure gli insegnanti si recano a casa dei bambini. Per il momento non c’è altro da fare.

Nella struttura di Melitopol, la situazione era migliore. La guerra è vicina ma in qualche maniera ha risparmiato questo luogo. Qui i bambini sono presenti e continuano a frequentare il complesso scolastico. In tutti i 4 luoghi abbiamo lasciato materiale scolastico e aiuti.

Nei mass media italiani e occidentali praticamente non si riporta mai nulla delle conseguenze della guerra nelle repubbliche indipendentiste. Complessivamente in Donbass come avete trovato la situazione? Quali sono le zone più colpite dai bombardamenti e con quali effetti?

Su Donesck cadono bombe ogni giorno. Morti e feriti quotidianamente. Bombe cadono su palazzi civili, fermate del bus, nelle strade. Tutti i giorni. Nella zona nei dintorni di Donesck la situazione è ancora peggiore. I quartieri periferici sono colpiti pesantemente. La situazione nelle zone del Donbass che vengono liberate è complessa. Quando le truppe ucraine abbandonano territori, questi ultimi si trasformano in zone sotto il controllo del popolo del Donbass e della Federazione Russa. E da quel momento vengono bombardate di continuo. Un altro triste fenomeno è che appena tornano alla vita civile, le nuove figure istituzionali, vengono fatte oggetti di attentati. Sono molte le figure pubbliche che sono morte in esplosioni insieme a scorta o familiari. Con questi attentati, fare il sindaco o lavorare in altri posti dell’amministrazione pubblica è pericoloso.

Quante persone della minoranza russa in Ucraina hanno trovato rifugio nelle repubbliche del Donbass da febbraio 2022? Come e dove le hanno sistemate?

Per un russo che viveva in ucraina è impossibile raggiungere il Donbass. C’è la guerra ed i confini tra l’ucraina ed il Donbass non esistono più, non c’è nessun posto per passare. Prima del febbraio 2022 c’erano un paio di posti per attraversare il confine ma anche allora non era facile passare dall’Ucraina al Donbass. Nel lato del confine ucraino c’erano molte spesso militari del battaglione nazista Azov.

C’è una cosa che volevamo chiederti. Sui mass media si è parlato spesso del “rapimento dei bambini ucraini” da parte dei russi. Un brutto titolo della prima pagina de Il manifesto scriveva di “Putin ladro di bambini” in occasione della decisione della Corte Penale Internazionale. Puoi dirci qualcosa di più su questa storia dei bambini ucraini “rapiti”?

Andiamo dal 2014 in Donbass per cui posso tranquillamente dire che non esiste nessun furto di bambini. Molte famiglie che hanno parenti in Russia, mandano i propri figli in Russia per farli vivere lontani dalle bombe. Perché farli rifugiare per notti intere in una cantina, non è una cosa bella. Nello stesso tempo la Federazione Russa trasferisce in zone sicure, i bambini degli orfanotrofi. Credo sia una cosa giusta tutelare il futuro del Donbass.

Come ho scritto prima, è impensabile tenere tutti i bambini a scuola. Lo scorso anno a Gorlovka una bomba Ucraina ha colpito una scuola uccidendo due insegnanti. La bomba è caduta alle 10:30 di una mattina mentre la scuola era aperta.

C’è poi un’altra questione su cui l’informazione ufficiale spesso sfiora il ridicolo e lo fa senza ritegno. Come è la situazione reale intorno alla centrale nucleare di Zaporzihzia? Chi bombarda la centrale?

La Centrale Nucleare di Energodar è molto più grande della Centrale di Chernobyl. Tutti ricordiamo cosa è successo a Chernobyl. Le bombe arrivate sulla centrale sono state lanciate da cannoni ucraini. I maggiori bombardamenti sono arrivati ad agosto e novembre 2022.

Per capire da dove sono arrivati i missili e le bombe, basta vedere la traiettoria. Le buche e le tracce sono ancora li. E si intuisce facilmente da dove sono partite. Siamo stati lì il 6 marzo e abbiamo visitato l’interno e l’esterno della Centrale. Abbiamo potuto constatare che nel suo interno non ci sono rampe missilistiche russe o altre attrezzature militari.

Chiediamo ai nostri governi di impedire al governo ucraino di bombardare la centrale nucleare. L’Europa non può sopportare i danni di un altra Chernobyl. Perché l’esplosione della Centrale non danneggerebbe solo la Russia o la stessa Ucraina.

Vari scienziati hanno dichiarato che almeno metà Europa sarebbe contaminata. In autunno 2022 una delegazione dell’IAEA con a capo delegazione Raphael Grossi ha visitato la Centrale. La delegazione nella sua relazione finale ha certificato i danni dei bombardamenti. Ma non ha fatto nessun riferimento a chi sta bombardando la Centrale.

Nella centrale tutt’ora lavorano migliaia di persone ma ora è stata bloccata la produzione di energia. Troppo pericoloso tenerla accesa in caso di bombardamenti. È notizia di pochissimi giorni fa, che nella città di Energodar, che confina con la centrale, una bomba ucraina ha colpito un palazzo di 9 piani.

Secondo te le persone quali e quante aspettative hanno sulla cessazione della guerra?

Nessun governo europeo ha proposto di aprire trattative di pace. Nessun governo di questa alleanza Nato ha proposto di bloccare l’invio di armi al governo di Kiev. La maggioranza della popolazione italiana è contraria all’invio di armi ma i nostri “politici” continuano a inviare armi.

A Genova una grande manifestazione organizzata tra gli altri dal sindacato USB, ha dimostrato che una grande parte della nostra popolazione è contraria a sostenere la Nato. Contraria ad inviare armi, contraria a questa alleanza anglosassone che sta portando e porterà solo disastri economici alle classe lavoratrici. Stiamo pagando noi lavoratori questa guerra che gli USA e la Nato stanno facendo.

E sappiamo benissimo che questo attacco oltre che alla Russia è rivolto alla Cina. Passando per la distruzione economica dei Paesi Europei. Non c’è altra soluzione che dire basta a questa alleanza chiamata Nato che di fatto è solo una struttura basata sulla guerra. Il primo caduto in Italia di questa guerra è stato Luigi Trastulli. Operaio fresatore delle acciaierie di Terni. Ucciso a 21 anni il 17 marzo 1949. Tre colpi d’arma da fuoco lo raggiunsero a un fianco e gli forarono un polmone mentre manifestava contro l’ingresso dell’Italia nella NATO. Da allora i morti in nome di questa alleanza di guerra non si contano più.

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