È colpo su colpo in Siria. Questa mattina è stata colpita una base aerea statunitense nel giacimento petrolifero di al-Omar nella provincia di Deir Ezzor, riferisce l’agenzia Reuters. Si tratta dell’attacco alla base militare Usa collocata nel più grande giacimento petrolifero della Siria. L’attacco è avvenuto come risposta al raid statunitense che ha ucciso ieri 11 miliziani dei gruppi filo-iraniani attivi in Siria.
Sempre ieri un contractors delle forze armate statunitensi era stato ucciso e cinque militari Usa erano rimasti feriti in Siria, a seguito di un attacco sferrato da un drone contro una base della coalizione internazionale vicino ad Hasakah. A confermarlo era stato lo stesso dipartimento della Difesa Usa. L’attacco era avvenuto attorno alle 14 di giovedì (ora locale). Secondo una nota del Pentagono, due dei cinque militari statunitensi feriti hanno ricevuto cure sul posto, mentre tre sono stati evacuati in Iraq.
Il segretario della Difesa Usa, Lloyd Austin, ha riferito di aver autorizzato immediatamente dei raid aerei come ritorsione “contro strutture usate da gruppi affiliati alle Corpo delle guardie della rivoluzione islamica iraniana (Irgc) in Siria orientale”. Gli attacchi “sono stati sferrati in risposta all’attacco di oggi e a una serie di recenti attacchi contro le forze della coalizione in Siria da parte di gruppi affiliati all’Irgc”, ha aggiunto il segretario. In una nota, il Pentagono ha affermato che gli attacchi aerei statunitensi “sono tesi a proteggere e difendere il personale Usa”.
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