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25/03/2023

I proiettili a uranio impoverito. Conseguenze gravi per ambiente e esseri umani

di Francesco Dall'Aglio

Visto che di questa questione dell’uranio impoverito (Depleted Uranium, DU) si sta parlando parecchio in questi giorni, e quasi sempre a sproposito, ecco due o tre cose che so dell’uranio impoverito (cioè, dei proiettili che lo usano).

In primo luogo: a che serve “mettere” l’uranio impoverito nei proiettili?

Non è che lo si mette, tipo lacca. Costituisce il penetratore a energia cinetica dei proiettili anticarro APFSDS (Armor-Piercing, Fin-Stabilized, Discarding Sabot, che più o meno significa perforante, stabilizzato con alette, a perdita di involucro), cioè la parte del proiettile a forma di freccia che, una volta che il proiettile stesso è stato sparato dal cannone e l’involucro che lo contiene è stato abbandonato dopo avere esaurito la sua carica propulsiva, colpisce il bersaglio.

Si tratta di proiettili che NON esplodono, ma perforano la corazza grazie alla combinazione di velocità elevatissima, massa altissima e punto di impatto (la punta della “freccia”) estremamente ridotto, per la nota equazione dell’energia cinetica K = 1/2 mv2, cioè il semiprodotto della massa per il quadrato della velocità.

Tanta più massa hai e tanta più velocità hai, tanto più alta è la tua energia cinetica e, di conseguenza, la tua capacità di provocare costernazione e morte negli equipaggi dei carri nemici se, appunto, concentri K in un punto estremamente ridotto.

Ora il problema è che è difficile massimizzare la massa senza aumentare il volume, perché si va a discapito della velocità, e la velocità da sola, senza una massa sufficiente, non produrrebbe effetti.

Serve quindi un materiale estremamente denso, per avere quanta più massa possibile e contemporaneamente un volume quanto più ridotto possibile – senza contare che poi entrano in gioco altri fattori, quali la resistenza del materiale, la sua capacità di resistere all’accelerazione senza deformarsi eccetera.

I migliori materiali a questo scopo sono il tungsteno e, appunto, l’uranio impoverito: densissimi e resistenti. Il tungsteno costa un occhio della testa, l’uranio impoverito costa invece molto poco (se hai un’industria atomica che ti consente di utilizzare i suoi scarti).

In più l’uranio impoverito non si deforma all’impatto, ma si affila sempre di più se viene a contatto con un materiale omogeneo (NB: le corazze dei carri moderni non sono omogenee). I Challenger inglesi utilizzano proiettili da 120 mm L27A1 CHARM 3, e sarebbero i primi proiettili a DU a debuttare sul campo di battaglia ucraino (nella prima foto, comparazione tra i proiettili per i Challenger e quelli per gli Abrams, anch’essi con il penetratore in DU).

Ora, il problema dell’uranio impoverito non è la radioattività, che è bassissima (per dire, viene usato come ballast in buona parte degli aerei commerciali. Se avete mai attraversato l’oceano su un Boeing, siete stati seduti a pochissima distanza da qualche quintale di uranio impoverito): è che disperde nell’aria una gran quantità di polvere che è tossica, cancerogena, e resta intrappolata nel terreno e nelle falde acquifere con conseguenze abbastanza gravi per l’ambiente, gli esseri umani e gli animali.

Anche solo maneggiare senza cautela un proiettile DU espone a rischi significativi per la salute, soprattutto a carico dei reni.

Qualche link: 1, 2, 3.

La Russia, come sappiamo, ha chiarito che li considererà l’equivalente di una “bomba sporca”, anche se, appunto, non è tanto un problema di radioattività quanto di tossicità. Vedremo come andrà a finire.

PS – il Challenger è l’unico carro di terza generazione che utilizza un cannone a canna rigata. I cannoni a canna rigata riducono la velocità iniziale di uscita dei proiettili, perché parte della loro energia cinetica si disperde nella rotazione che la rigatura imprime al proiettile. Perché usano quel cannone, allora? Perché sono scemi, credono sia ancora il 1960, e insistono a usare i proiettili HESH (High-explosive squash head) che contro le corazze reattive non servono più a niente.

NB: anche la Russia ha in inventario proiettili in doppia variante o tungsteno o DU: 3BM-29 Nadfil-2, 3BM-32 Vant, 3BM-46 Svinets, e quando e se il T-14 Armata entrerà in servizio, anche il suo proiettile dedicato Vacuum-1. Gli APFSDS in uso al momento però sono il 3VBM-17 Mango e il proiettile che lo sta soppiantando, il 3BM-60 Svinets-2. Entrambi hanno il penetratore in tungsteno.

Fonte

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