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03/03/2023

Guerra in ucraina - Nazisti russi infiltrati da Kiev per sabotaggi?


Con gli avvenimenti di ieri mattina nei due villaggi russi al confine dell’Ucraina, Sušani e Liubečane (allego carta), la guerra entra in una nuova fase – non riguardo le operazioni militari ma la propaganda.

Le notizie inizialmente sembravano strane: due gruppi di sabotatori ucraini variamente numerati in 40 o addirittura 80 uomini (quando un gruppo di sabotaggio non supera i 5, per ovvi motivi) avevano preso ostaggi e sparato ai civili.

Anche questo modus operandi non appartiene ai gruppi di sabotaggio (non per bontà d’animo ma semplicemente perché i gruppi di sabotaggio non si devono far vedere, se ti individuano ti dilegui, non ti metti a sparare agli autobus); inoltre a Sušani era stata distrutta una sottostazione elettrica e un deposito di gas.

Le autorità ucraine hanno immediatamente negato l’accaduto, sostenendo che si trattasse di una “false flag” russa.

Col passare del tempo, ovviamente, le notizie si sono fatte un minimo più chiare. A parte il fatto che pare non vi sia stata alcuna sparatoria che ha coinvolto civili (anche se Putin qualche ora dopo ha detto che c’è stata), sono venuti fuori due video (allego lo screenshot di uno dei due) pubblicati sul canale Telegram del Русский Добровольческий Корпус (RDK, Corpo Volontari Russi), una formazione militare formata nell’agosto 2022 e composta da russi, entrambi girati a Liubečane.

L’uomo a sinistra è stato identificato come Denis Kupustin, anche noto come Nikitin, uno dei leader dell’RDK e personaggio assai noto (ma guarda un po’) nella galassia delle formazioni di estrema destra (nota a margine – spero per lui che non abbia intenzione di entrare in combattimento con l’equipaggiamento sistemato in quel modo).

In un altro video, sempre disponibile sul canale, altri due “volontari russi”, identificati come Kirill Radonskiy e Osvald Lemoh – anche loro di orientamento politico diciamo illiberale e poco progressista – reggono una bandiera dell’RDK e dichiarano di aver passato la frontiera non come membri di un gruppo di sabotaggio o per uccidere civili, ma come “esercito di liberazione nazionale” per esortare il popolo russo a ribellarsi al “sanguinario regime di Putin”.

Comincia dunque la fase finale del conflitto, per ciò che riguarda la propaganda: fomentare l’opposizione interna russa, nella speranza di un cambio di regime dall’interno, di cui poi magari l’RDK possa assumersi un ruolo guida (Dio ce ne scampi e liberi; forse è meglio Medvedev, se l’alternativa è quella).

Non è la prima volta che l’RDK si attribuisce atti più o meno terroristici (la morte di Darya Dugina, l’esplosione sul ponte di Kerč), in modo tale che le autorità ucraine possano negare di essere coinvolte.

Podolyak infatti, dal suo profilo Twitter, continua a negare decisamente qualsiasi responsabilità ucraina.

In realtà è probabile che ci troviamo di fronte a due episodi diversi: un’incursione a Sušani, con la distruzione di due obiettivi, e l’operazione di propaganda dell’RDK a Liubečane.

Vedremo come evolverà la situazione.

P.S. 1: il vero nome di Osvald Lemoh è Alexei Olegovich Kozhemyakin.

P.D. 2: secondo le dichiarazioni ufficiali dell’FSB ci sono effettivamente vittime civili a Sušani (dove non sono segnalati i membri dell’RDK): un uomo è rimasto ucciso e un bambino ferito. Il gruppo di sabotaggio avrebbe anche piazzato delle mine in giro.

P.S. 3: secondo le autorità locali ci sarebbe anche un’altra vittima.

P.S. 4: Una notazione diciamo tecnica sull’equipaggiamento dei membri del Русский Добровольческий Корпус (RDK, Corpo Volontari Russi), autori della sessione fotografica oltreconfine. Al di là del fatto che, come ho già detto nel mio post precedente, l’equipaggiamento è disposto in modo assurdo e ben poco funzionale, nessuna divisa presenta alcuna traccia di sporco o usura. Niente di quello che hanno addosso ha mai visto il fronte, come non lo hanno mai visto loro (il secondo filmato è abbastanza chiaro in proposito: mentre recitano il proclama si sente una lontana raffica – subito si girano, turbati. Poco abituati evidentemente).

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