Se lo spettacolo è un fenomeno che si riduce fondamentalmente alla facoltà di andare a vedere ciò che è diventato banale, come scriveva Guy Debord, allora Pippo Civati regala la possibilità di far vedere in prima persona la banalità della politica spettacolo. Artefice di una sorta di presenzialismo amichevole, allegro ma mai volgare, Civati, nemmeno quarantenne, ha già navigato per molti lidi della politica ma anche della filosofia. Già perché non lo si crederebbe ma l'autore di banalità da twitter e facebook, di distillati di genericità genere Ballarò è laureato e dottore di ricerca in filosofia. Autore di un libro su Gadamer ed Ernesto Grassi (per inciso, un filosofo imprescindibile per capire il pensiero tedesco degli anni '30 e '40) ma anche di un generalista "L'amore ai tempi di facebook", per una casa editrice che si chiama Zelig , Pippo Civati non ha disdegnato di navigare tra ermeneutica, umanesimo, rinascimento, modernariato, culture digitali e attenzione al trendy.
Il punto è che, almeno ufficialmente, si occuperebbe anche di politica ed è anche qui l'eclettismo, che resta un bene culturale, non manca causando non pochi problemi di inquadramento e di coerenza del personaggio. Lo si ritrova sul palco della primissima Leopolda, assieme a Matteo Renzi ma anche candidato contro Renzi alle primarie. Lo si vede sempre sul punto di differenziarsi dal Pd ma mai di rompere, di dialogare con il movimento 5 stelle ma mai di accordarsi. Pippo Civati infatti non è proposta politica è presenza, posizionamento, angolatura di telecamera, numero di follower, di like, di percentuale di spettatori entro un'audience diffusa. E' difficile legare il nome, il brand Pippo Civati ad una precisa campagna politica, ad una battaglia, ad una corrente insomma a tutto ciò che fa strategico nel campo del politico. E' facile vederlo sempre in compagnia di bella gente, politicamente parlando, sorridente e pieno di inascoltate idee di sinistra (almeno quelle che lui pensa essere di sinistra, poi c'è la realtà ma non esageriamo).
L'ultima scoperta del Pippo Civati show, lo spettacolo che tiene in vita il personaggio autoproclamatosi politico, è proprio la nostra città, Livorno. Che sarà sede, come ha affermato lo stesso parlamentare piddino, di una "Leopolda di sinistra". Insomma, ammissione che l'altra Leopolda, quella originaria, proprio di sinistra non era. Il punto è che il cofondatore dell'altra Leopolda è sempre Pippo Civati, assieme a Renzi, ma non sono tempi in cui si bada per il sottile.
Livorno diventa così, per il Pippo piddino famoso per gli spettatori di Striscia la notizia, l'occasione per rifondare la sinistra. Parlando con la "società civilissima", cosa voglia dire ce lo spiegheranno i filosofo e il sociologo delle culture digitali uniti nella stessa persona, prima di tutto di "diritti civili, costituzione e ambiente". L'impressione che il Civati venga nella nostra città giusto per farsi riprendere dalle telecamere sul set di un argomento trendy è, naturalmente, quella giusta. Comunque senza riflessioni impegnative su diritti civili e costituzione, qui non resta che attendere il Civati giurista per qualche perla in materia, un suggerimento ci permettiamo di avanzarlo. Si occupi, Pippo Civati, di ambiente. Scopra le responsabilità di quella che lui chiama sinistra nel triste posizionamento della provincia di Livorno come seconda più inquinata d'Italia. Già che c'è guardi anche al primo posto, occupato da quella di Taranto, per accorgersi magari delle responsabilità di ciò che si proclama di sinistra nel disastro dell'Ilva, la Bhopal italiana. Spiace che Civati abbia scoperto la nostra città. Fortunamente tra l'estate, il week-end delle finali mondiali e qualche dichiarazione senza contenuto buona per tg, quelli che di luglio non guarda nessuno, tutto passerà senza lasciare traccia.
Pessoa, uno scrittore scoperto dal dalemiano Tabucchi, scriveva: "Il tedio è questo: la perdita, da parte dell’anima, della sua capacità di illudersi". Civati non si illude mai per questo è così noioso, senz'anima e, fortunatamente, qualcosa che non comporta conseguenze politiche. Livorno ha digerito di peggio ed in ben più di un fine settimana di luglio. Venga pure il Pippo Civati show senza lasciare alcun segno del suo passaggio. Uno sbadiglio lo accompagnerà.
redazione, 16 giugno 2014
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