L’Agenzia di stampa nazionale ha detto che la forza
dell’esplosione ha fatto sì che il corpo dell’attentatore fosse
scaraventato contro il muro di un palazzo di quattro piani. Resti umani
sono stati ritrovati anche al quarto piano dell’edificio.
Decine di persone si sono recate sul luogo
dell’attentato. L’esercito libanese, nel tentativo di disperdere la
folla, ha sparato in aria colpi di avvertimento. L’attacco avrebbe
causato significativi danni materiali e diverse macchine sono state
distrutte. L’esercito libanese ha aumentato i controlli presso
le entrate dei distretti meridionali della capitale. Il procuratore
militare, Saqr Saqr, ha promesso che sarà aperta un’inchiesta per
chiarire quanto è accaduto.
E’ la seconda esplosione che scuote il Libano in pochi giorni. Venerdì scorso un attentatore suicida si era fatto saltare in aria con la sua macchina vicino ad un checkpoint della polizia nella parte orientale del Paese. L’attacco aveva causato la morte di un poliziotto e il ferimento di varie persone.
Il clima è teso nel “Paese dei Cedri”. La guerra
civile siriana e l’avanzata dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante
(ISIL) in Iraq stanno avendo gravi ripercussioni in Libano e stanno
esacerbando le tensioni settarie. Diverse autobombe hanno colpito le
aree a maggioranza sciita del Paese causando decine di vittime. La
situazione è difficile non solo nella capitale ma anche al confine con
la Siria dove le violenze sono quasi all’ordine del giorno. Menzione
particolare merita la città di Tripoli dove i sostenitori del Presidente
siriano Bashar al-Asad e i suoi oppositori si combattono da tempo senza
esclusione di colpi.
Domenica il Premier Tammam Salam ha detto che la sicurezza del Paese è “sotto controllo”. Dichiarazioni che, visto quanto accaduto stanotte, sembrano stridere fortemente con la realtà. Più prudente è il Presidente del Parlamento, Nabih Berri. Berri ha detto che proverà a convincere il governo ad aumentare gli effettivi dell’esercito di almeno 3.000 unità. “Anche se il progetto è costoso, sarà di sicuro meno costoso delle perdite che sta ricevendo il settore turistico grazie al quale decine di migliaia di libanesi vivono”.
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