Ci è giunto questo decalogo – in realtà con “11 comandamenti” – che dovrebbe costituire il sistema di regole cui deve attenersi ogni cronista del media mainstream quando deve parlare di Israele e Palestina.
Non sappiamo dire se questo “undecalogo” sia frutto di una concertazione esplicita tra proprietari/controllori delle principali testate giornalistiche occidentali, oppure semplicemente un riassunto ex post di quello che quotidianamente fanno i redattori di regime.
In effetti, per la precisa corrispondenza tra “comandamenti” e pratica giornalistica effettiva, quotidianamente verificata da tutti noi “spettatori”, potrebbe essere una qualsiasi tra le due ipotesi.
La realtà è questa. Potete verificarla anche da voi...
Non sappiamo dire se questo “undecalogo” sia frutto di una concertazione esplicita tra proprietari/controllori delle principali testate giornalistiche occidentali, oppure semplicemente un riassunto ex post di quello che quotidianamente fanno i redattori di regime.
In effetti, per la precisa corrispondenza tra “comandamenti” e pratica giornalistica effettiva, quotidianamente verificata da tutti noi “spettatori”, potrebbe essere una qualsiasi tra le due ipotesi.
La realtà è questa. Potete verificarla anche da voi...
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Le 11 regole da conoscere prima di guardare il telegiornale della sera “su un canale di notizie francese o occidentale in generale”. Queste sono le regole a cui deve attenersi il conduttore del telegiornale.
Regola n. 1: in Medio Oriente, i palestinesi sono sempre quelli che attaccano per primi, e Israele è sempre quello che si difende. Questa si chiama vendetta legittima.
Regola n. 2: i palestinesi non hanno il diritto di uccidere i civili dell’altra parte. Si chiama terrorismo.
Regola n. 3: Israele ha il diritto di uccidere civili palestinesi. Questa si chiama autodifesa.
Regola n. 4: quando Israele uccide un numero molto elevato di civili, le potenze occidentali lo invitano a dar prova di moderazione. Questa si chiama la reazione della comunità internazionale.
Regola n. 5: i palestinesi non hanno il diritto di catturare soldati israeliani, anche se il loro numero è molto limitato e non supera un soldato.
Regola n. 6: gli israeliani hanno il diritto di rapire tutti i palestinesi che vogliono (circa 7.500 prigionieri finora). Non esiste alcun limite massimo e non è necessario fornire alcuna prova della colpevolezza dei rapiti. Tutto quello va fatto è pronunciare la parola magica “terrorista“.
Regola n. 7: quando dici “resistenza”, dovresti sempre aggiungere la frase “appoggiata dall’Iran”.
Regola n. 8: quando dici “Israele”, ovviamente, non dovresti aggiungere “sostenuto da Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna ed Europa”, perché lo spettatore potrebbe pensare che si tratti di un conflitto squilibrato.
Regola n. 9: non parlare mai di “territori occupati”, di risoluzioni ONU, di violazioni del diritto internazionale o delle Convenzioni di Ginevra. Ciò potrebbe confondere lo spettatore.
Regola n. 10: gli israeliani parlano francese e inglese meglio dei palestinesi. Questo spiega perché danno la parola a loro e ai loro sostenitori ogni volta che è possibile. Quindi possono spiegare le regole precedenti (da 1 a 9). Questa si chiama “neutralità giornalistica“. Oltre a cercare l’aiuto di esperti della regione per spiegare cosa sta succedendo.
Regola n. 11: se non sei d’accordo con queste regole o se ritieni che favoriscano una parte nel conflitto contro un’altra, allora sei antisemita.
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