L’ex generale Khalifa Haftar e l’“Operazione Dignità” messa in piedi da militari per contrastare le offensive islamiste nella Cirenaica, diventa protagonista internazionale. Intesa anti jihad con i governi di Egitto, Ciad, Niger, Mali, Algeria e Tunisia. Nemico il Qatar che finanzia la jihad.
L’ombra di un nuovo Rais. Una forza armata a cui il governo di Tripoli non riconosce legittimità come sola forza in campo che sembra in grado di contrastare e battere le milizie di Ansar Al Sharia che, negli ultimi scontri a Bengasi, avrebbero subito pesanti perdite. Un mese fa le vittime del gruppo jihadista sarebbe stato di 76 morti. “Operazione Dignità” che somiglia sempre di più ad un operazione di prestigio personale e di popolarità per ottenere potere politico. Obiettivi militari che prevalgono su quelli politici. Soluzione ai problemi di sicurezza prioritaria rispetto alla transizione democratica.
Contraddizioni non solo politiche. L’autoproclamato ‘Esercito Libico Nazionale’ al servizio di Haftar il 16 maggio ha iniziati la sua campagna militare a Bengasi contro gli estremisti. Azione patriottica. Due giorni dopo i suoi alleati di Zintan hanno attaccato la sede del Congresso Generale Nazionale - il parlamento libico - tentando di far cadere il governo. Alternanza di azioni decisamente sospetta. Ora viene evocato un grande sostegno popolare all’intervento militare di Haftar senza però riscontri terzi. Anzi, risultano ormai chiari a tutti i reali obiettivi politici dell’ “Operazione Dignità”.
L’ala politica che sostiene Haftar, è il Consiglio Supremo delle Forze Armate, che ha il ruolo di nuovo coordinatore militare della transizione libica. Ufficiali e non personalità elette. Qualcosa di molto simile a quanto accaduto in Egitto col generale-presidente Al Sisi, o memoria più sensibile per la Libia, qualcosa di molto vicino a quanto accadde nel 1969 con il golpe di Gheddafi. Nemici dichiarati di Haftar, il gruppo salafita jihadista Ansar Al Sharia - contro cui è guerra - e la filiazione libica dei Fratelli Musulmani. Elezioni generali libiche il 25 giugno, su cui gravano svariate ipoteche.
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