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24/06/2025

La UE mantiene l’accordo di associazione con Israele, non c’è genocidio che tenga

Ieri si è riunito il Consiglio Affari Esteri della UE, la formula del Consiglio dell’Unione Europea che vede seduti intorno a un tavolo tutti i ministri degli Esteri dei paesi membri. In discussione c’era un rapporto chiaro: Israele viola i diritti umani, non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania, alla faccia di chi dice che senza Hamas (che governa solo nella Striscia) non ci sarebbe guerra.

La reazione di Bruxelles è stata altrettanto chiara: l’Accordo di associazione UE-Israele non è stato toccato, nonostante Tel Aviv sia stata trovata in evidente violazione dell’articolo 2 di tale accordo. Nessuna sanzione è stata imposta sui coloni della West Bank, che continuano a strappare le terre dei palestinesi e a fare sfregio del diritto internazionale.

Questa è la misura di quanto il ‘giardino’ europeo tiene in considerazione i diritti di donne e bambini appena al di là del Mediterraneo, che hanno la colpa di non essere bianchi e di essere occupati dall’agente dell’imperialismo occidentale in Medio Oriente, ovvero Israele. Salta di nuovo tutta la retorica umanitaria che vari esponenti europeisti avevano sbandierato per rifarsi una verginità nelle ultime settimane.

Arrivando agli eventi più nel dettaglio, il mese scorso 17 ministri degli Esteri dell’UE (non Tajani) avevano appoggiato una proposta olandese per la revisione dei legami con Israele a causa del genocidio e della pulizia etnica portati avanti impunemente in Palestina. Anche l’evidente blocco di cibo, carburante, acqua e forniture mediche aveva spinto verso questa direzione.

Il Servizio per l’Azione Esterna (SEAE) ha dunque proceduto a stendere un rapporto per Kaja Kallas, Alto rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri, che l’ha poi presentato ai colleghi. I quali hanno semplicemente preso atto che ci sono indicazioni di violazione degli obblighi in materia di diritti umani, ma senza adottare alcuna misura.

Qualsiasi decisione in tal senso, se mai venisse presa, è stata rimandata al Consiglio Europeo del 26 giugno o, ancor più probabilemente, alla prossima riunione del Consiglio nel formato Esteri, il 15 luglio. Intanto, il genocidio continua, e non lo nega più nemmeno la UE.

Nelle motivazioni di condanna verso Tel Aviv, non manca un riferimento alle misure della Corte Internazionale di Giustizia, per la quale Israele avrebbe l’obbligo di agire “al fine di impedire che siano commessi atti rientranti nell’ambito della Convenzione sul Genocidio”.

Kallas, negli scorsi giorni, aveva imbastito il solito teatrino della politica imperialista europea. Davanti all’Europarlamento, aveva detto che, fosse stato per lei, avrebbe imposto sanzioni a Israele, ma che per alcune scelte serve l’unanimità. Ma ad esempio, come sottolineava Euronews in un articolo del 18 giugno, per una almeno parziale sospensione dell’accordo, sarebbe bastata una maggioranza qualificata.

La politica estera dei paesi europei è in realtà decisa da Tel Aviv. “Rifiutiamo completamente la direzione presa nella dichiarazione, che riflette una totale incomprensione della complessa realtà che Israele sta affrontando”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Oren Marmorstein su X. E Bruxelles ha eseguito.

L’attacco effettuato in barba al diritto internazionale all’Iran da parte di Israele, invece di convincere i politici UE a fare un passo concreto contro il terrorismo sionista, ha rinsaldato le fila europee nella guerra totale che stanno portando avanti contro l’emergere di un ordine multipolare, considerato la minaccia principale all’egemonia occidentale ormai in crisi.

La credibilità di qualsiasi istituzione politica europea è ormai definitivamente compromessa, mostrando lo stato di decomposizione della sempre fasulla ‘democrazia’ occidentale, ormai arrivata però all’aperta accettazione di crimini contro il diritto internazionale e contro l’umanità, fintanto che gli sono utili.

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