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30/06/2025

Spiaggiati sull’ultima spiaggia?

Ci risiamo con l’“effetto Serra”. Il quale gongola su Repubblica per lo straordinario successo del Gay Pride di Budapest. Con argomenti, però, che sembrano la riedizione del famoso teorema del Ricucci da Zagarolo, che sosteneva “so tutti fr..ci col c..o degli altri”, condito da quell’assonanza tra vizio e sfizio, preso in prestito da un penoso quanto inutile spot pubblicitario di un casinò online contro il gioco d’azzardo (!!!), dove il vero azzardo è stato l’improvvida interpretazione di Lino Banfi travestito da croupier.

Le ipocrisie sono come le ciliegie, una tira l’altra.

A proposito di ciliegie, veniamo al nocciolo. Il nuovo “effetto Serra” sostiene che le battaglie civili non sono seconde a quelle politiche e sociali. Tutto qui? Le grandi lotte operaie e studentesche degli anni in cui Serra era nel Pci avrebbero – almeno – dovuto insegnarli che le lotte sociali in Italia sono state il locomotore della difesa e della conquista di nuovi diritti civili, anche se il Pci nicchiava, tanto che lo stesso Serra aderì al Partito radicale, che ammetteva la doppia tessera.

Ecco allora il punto. Se non si riprendono le redini del disagio e delle contraddizioni politiche e sociale di milioni di lavoratori poveri, precari, donne, gay, immigrati per guidarli verso il riscatto dalla condizione di penosa subalternità cui la società neoliberista li ha soggiogati, non ci saranno conquiste sul terreno dei diritti civili. Un omosessuale povero avrà sempre meno diritti di un gay dei quartieri alti.

L’essenza stessa della democrazia non è la tolleranza nei confronti dell’omosessualità, né della povertà, né della nazionalità, ma l’uguaglianza tra i generi, tra i cittadini italiani e quelli del mondo, insomma tra gli esseri umani, perché la discriminazione, prima di diventare un fenomeno di costume, è un asset fondante dello sfruttamento degli individui attraverso redditi scandalosi che conducono a vite sociali miserabili, nelle quali si annida la discriminazione.

E allora, che il PD – che sembra ormai spiaggiato sull’ultima spiaggia della politica italiana – partecipi pure a tutte le manifestazioni che vuole, soprattutto a quelle che fanno tanto effetto a Serra.

Però, quello che manca è quello che serve, cioè la consapevolezza politica che dalla partecipazione è necessario passare all’organizzazione di nuove e incisive esperienze politiche collettive che sappiano resistere allo sfacelo della democrazia occidentale – di cui l’Europa è ormai portabandiera – e prefigurare un mondo capace di salvarsi dal declino degli imperi, che ci sta portando alla guerra come lavabo liturgico di tutti i mali.

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